un pensiero al mese


Le religioni che chiamiamo false erano una volta vere.(Ralph Waldo Emerson)



Indipendentemente dalle coalizioni che si andranno a costituire,a quale partito o lista civica darai il tuo voto nelle prossime elezioni amministrative?


martedì 6 luglio 2010

Quisquilie



Le papere mute ovvero... a volte ritornano
Nella riunione del Consiglio comunale di martedì il Partito Democratico ha subito passivamente,senza replicare, le argomentazioni delle minoranze circa l'illegittimità della bozza del Piano Regolatore.Per sei lunghe ore i consiglieri del PD sono stati muti per far valere poi alla fine la forza dei loro numeri.Questa surreale rappresentazione si è ripetuta con molta frequenza nell'assise cittadina al punto che Emidio Braca,riferendosi a questi consiglieri acefali e silenti, ha coniato l'epiteto di"papere mute".



Ce n'era proprio bisogno?
Che pensano i cittadini della nuova auto blu(una BMW serie5) del vanitoso Sindaco di Roseto degli Abruzzi,acquistata ai primi di maggio,quando in tutto il paese infuriava la tempesta su questo tipo di spreco diffuso anche presso gli enti locali e quando le casse del nostro comune segnano un deficit di oltre 47 milioni di euro?





Un programma estivo sensazionale!
Avete visto il nutritissimo programma dell'estate rosetana?
Quante buone idee ha la nostra impareggiabile Amministrazione per attirare turisti e dare opportunità di svago intelligente ai nostri ragazzi!





Quando gli Amministratori non fanno gli affari loro



Ormai il complesso residenziale sorto sull'area ex Monti,quasi completato,lascia vedere chiaramente gli enormi benefici ottenuti dall'accordo che l'Amministrazione ha stipulato con un noto imprenditore locale. Questi,in cambiodella cessione al Comune di locali per uffici e della creazione di parcheggi e di una piazza, ha ottenuto la trasformazione di un'ampia area industriale in un'area destinata ad edilizia residenziale.


La piazza ora è straordinariamente bella,ampia e ricca di verde,i parcheggi sono sovrabbondanti e i locali dati alla collettività sono posti tutti a fronte strada.Gli appartamenti delle tre mastodontiche palazzine poi si vendono bene a 3 mila euro al metro quadro.

Non c'è che dire:l'Amministrazione comunale ha mostrato grande fiuto per gli affari!





Sull'assenza del Sindaco in Consiglio comunale ovvero la menzogna dei lacchè

Celestino Salvatore e Simone Tacchetti,rispettivamente Segretario cittadino e Capogruppo consiliare del PD,hanno dichiarato,a proposito dell'assenza del Sindaco in Consiglio comunale, che"qualcuno dovrebbe riflettere in proposito e fare ammenda".

Essi non sono soggetti squilibrati,non sono bambini che non distinguono il reale dall'immaginario e per questo non meritevoli di rimprovero. Sono solo militanti interessatamente asserviti al loro partito politico che deve essere difeso ad ogni costo,anche alterando la verità dei fatti che indicano nel Sindaco il vero provocatore della baruffa.Facessero quindi ammenda loro,insieme al decadente capo, per questo comportamento spudoratamente disonesto.

Roseto non poteva avere un'Amministrezione migliore



A Roseto degli Abruzzi il buon senso sotto … la sabbia!

A Roseto degli Abruzzi succede l'incredibile: con una spiaggia molto estesa l'Amministrazione comunale snatura il pattinodromo per trasformarlo in un campo di giochi sulla sabbia!

Con delibera n.71 del 24/6/2010 della Giunta Comunale di Roseto degli Abruzzi vengono assunti i provvedimenti per trasformare il pattinodromo in un impianto di giochi sulla sabbia.Questa delibera,voluta in consiglio comunale dai soli consiglieri del PD, è stata adottata certamente per favorire l'affidamento in gestione della struttura ad un amico del PD.
A nulla sono valse le proteste del mondo sportivo per scongiurare questa decisione.
Vedremo poi quanto durerà la destinazione di" impianto per giochi sulla sabbia" del nostro pattinodromo e vigileremo al tempo stesso su possibili tentativi volti trasformare la struttura in qualcosa di redditizio per i privati.

Ecco quanto denunciato dopo lo sciagurato voto in Consiglio comunale.

Col voto compatto dei soli consiglieri del PD viene snaturato il pattinodromo, un’opera sportiva di prim’ordine nella sua tipicità, costata nel 1994 un miliardo e seicento milioni di lire, per diventare un impianto che ospiterà in larghissima parte sport sulla sabbia,nel quale solo l’ultimo anello della pista sarà riservato al pattinaggio.

Tale operazione è stata avallata dal PD solo in virtù dei numeri, nonostante le argomentazioni stringenti sul piano dell’ opportunità e della logica apportate dalle minoranze.

Ma ormai in Consiglio comunale siamo abituati alla rinuncia a qualsiasi attività di pensiero e di critica da parte dei consiglieri del PD che riescono a mostrare sempre una volontà granitica e unitaria nell’appoggiare scelte persino dannose e prive di senso come questa. Sicuramente questa scelta deve avere un ‘altro’ senso per chi pratica il modo vecchio di fare politica….

E’ inconcepibile, infatti, in una città come la nostra, improvvisare una struttura per sport sulla sabbia quando si dispone di 6-7 km di bellissima spiaggia, peraltro sufficientemente larga, per la pratica di tali sport che richiamano spettatori e appassionati proprio perché si svolgono nel loro contesto naturale che è la spiaggia.

Ed è folle voler ignorare l’inconciliabilità della presenza della sabbia con la pratica del pattinaggio con i conseguenti rischi per l’incolumità dei giovani pattinatori su una pista veloce sporcata costantemente dalla sabbia! Sono certo che l’ASL, responsabilmente, si guarderà bene dal concedere il prescritto parere di idoneità igienica.

Sarebbero tuttavia auspicabili la riconversione del pattinodromo in un impianto polivalente,dato in gestione in seguito all’espletamento di una trasparente gara,e la creazione di una struttura di copertura .In tale impianto riconvertito il pattinaggio con le sue piste dovrà essere privilegiato facendolo convivere con un campo di calcetto o di ginnastica,non con gli sport sulla sabbia.Al tempo stesso questa riconversione potrà rivelarsi utile per lo svolgimento di manifestazioni culturali e ricreative.

Il Consigliere comunale
Pasquale Avolio









Un comunicato ambiguo sugli aumenti della TARSU a Roseto degli Abruzzi. Provate a leggerlo!








Il Sindaco di Roseto ha annunciato in modo poco chiaro l'avvio della raccolta differenziata col metodo "porta a porta" che comporterà l'aumento della TARSU del 25% a carico dei cittadini.Speriamo che il servizio venga avviato realmente e che non si tratti di una manovra per coprire il debito pregresso di oltre 900mila euro col CIRSU.
Ricordiamo che l'aumento del 50% di due anni fa fu motivato anch'esso dalla necessità di avviare il "porta a porta", naturalmente non realizzato.






In un comunicato equivoco ed elusivo, mentre si afferma per bocca del Sindaco che non ci saranno aggravi per i cittadini in conseguenza del nuovo servizio più costoso di raccolta differenziata,viene detto poi che le tariffe saranno rideterminate(perchè non aumentate?) nella misura del 25%.Il tutto nello stesso documento!
Questo perchè l'Amministrazione si guarda bene dal ricorrere al termine"aumento" che va assolutamente nascosto con giochi di parole. Alla parola "aumento" va preferita invece quella più vaga e blanda di "ridederminazione". Non deve infatti succedere che i cittadini possano rendersi conto subito di come stanno le cose e pertanto non è consigliabile l'uso di un linguaggio preciso e chiaro!
Ecco di seguito i due stralci delle nota redatta dall'Ufficio Stampa del Sindaco:
"I servizi saranno affidati al CIRSU e il costo complessivo del progetto ammonta 4.073.889,56. Eviteremo ulteriori aggravi sui cittadini – ha aggiunto il Sindaco.............
....Contestualmente la Giunta ha deliberato la rideterminazione per l'anno 2010 delle tariffe per lo smaltimento dei rifiuti pari al 25%, lasciando inalterate le fasce di esenzione."

Vi invito pertanto a leggere il testo in questione su http://www.comune.roseto.te.it/comunicati.php?id=696





COME TI TRUCCO LE REGOLE IN CONSIGLIO COMUNALE


Il Presidente del Consiglio Comunale di Roseto degli Abruzzi , su richiesta di un consigliere di maggioranza ha posto a votazione, nell’ultima seduta del Consiglio, dopo che era stato discusso un solo punto dell’ordine del giorno, la sospensione dei lavori.
L’esito della votazione non poteva essere che scontato: i lavori si sono interrotti per volere del solo Partito Democratico, nonostante le proteste delle minoranze che esigevano la regolare prosecuzione dei lavori assembleari.
Così, come è spesso accaduto, è venuto meno il ruolo di imparzialità e di correttezza che l’esercizio dell’Ufficio della Presidenza richiede.
E’ sconfortante infatti constatare come in questi anni la preoccupazione principale del Presidente sia stata quella di assecondare sistematicamente la volontà della maggioranza, dimenticando il dovere di esercitare una funzione di garanzia sia del corretto svolgimento del Consiglio sia dei diritti di tutte le componenti in esso presenti.
Ponendo ai voti la richiesta di sospensione dei lavori da parte della maggioranza, egli dimostra ancora una condotta non neutrale,poco istituzionale, bensì di indirizzo politico.
Su questa situazione di degrado istituzionale,dove le regole del gioco democratico sono ostentatamente truccate, sarà richiesto un incontro al Prefetto di Teramo

Pasquale Avolio ed Emidio Braca,consiglieri comunali






Partito Democratico:avanti tutta con la bozza illegittima di PRG !








Ieri in Consiglio comunale il Partito Democratico ha optato ancora per la strada della chiusura al dialogo con le minoranze scrivendo così un'altra pagina delle sue sciagurata avventura politica.


Con 10 voti favorevoli e 9 contrari in Consiglio comunale, il PD va avanti con la 'sua' bozza di Piano Regolatore viziata sul piano della legittimità.
Tale documento viola infatti le norme sulla riservatezza e la non pubblicità dello strumento urbanistico nel periodo antecedente l'adozione da parte del Consiglio comunale e non rispetta la procedura prevista dall'art. 10 della Legge regionale 18/1983.
Si tratta, al tempo stesso, di una bozza che non è accompagnata da una relazione tecnica, che è priva di uno studio dell'assetto idrogeologico del territorio, che è costruita su proiezioni demografiche fantasiose e che, tra l'altro, è priva di regole chiare e stringenti sulla perequazione.
Per non parlare dell'assenza di momenti di inclusione dei cittadini, delle associazioni e delle altre forze politiche nella fase dell'elaborazione delle proposte che avrebbero dovuto portare a questa pseudobozza che, nella vecchia cartografia utilizzata, si presenta invece come un'opera completa in ogni particolare.
Ieri purtroppo non c'è stato l'ascolto delle minoranze, ma solo un monologo di esse al quale il PD, come sempre, ha opposto la non disponibilità ad accettare il confronto e la consueta arroganza dei numeri.
La stessa replica dell'Assessore all'Urbanistica, preconfezionata nei giorni scorsi, è stata l'ennesima prova di questo stile di governo, sordo e muto , in perfetto stile berlusconiano, del tutto incompatibile con la democrazia.
L'invito delle minoranze, e di Sinistra Ecologia e Libertà in particolare, è stato quello di ritirare la bozza di PRG e di non trascinarne l'iter a ridosso della campagna elettorale.
Del resto lo stesso programma politico del 2006 ,che ha portato al successo il Sindaco Di Bonaventura, prevedeva come prioritaria l'approvazione dello strumento urbanistico addirittura nei primi cento giorni della nuova avventura amministrativa.
Affrontarlo in coda a questa consiliatura rinforzerà inoltre nei cittadini l'idea, peraltro diffusa nella città, di un'Amministrazione che non si muove in modo imparziale, come esige l'art. 97 della Costituzione, ma anzi di un PD che su questo PRG intende costruire addirittura una campagna elettorale fatta di ricatti e promesse.
Per quanto detto,non credo che ci sia volontà da parte del PD di costruire a Roseto un nuovo centrosinistra,per il quale la questione morale dovrebbe ritornare centrale nel modo di amministrare e per il quale l'urbanistica dovrebbe tornare a godere di una buona reputazione.
Pasquale Avolio

La storia di Roseto e della Riserva naturale Borsacchio

La storia di Roseto e della Riserva naturale Borsacchio


Cap.5:Da "L'Abruzzo nel mio cuore " a "L'Oceano ci chiama" ed ai "Caduti del mare"
di FRANCO SBROLLA
Quei pescatori di un tempo, vissuti umilmente, hanno potuto almeno appagare gli occhi e la mente con l’ineguagliabile paesaggio, allora inalterato, e diventato poi, dal fiume Tordino al torrente Borsacchio, una Riserva naturale.
E sono stati spesso ricordati da scrittori, registi e artisti. Tra i primi la giornalista napoletana Beatrice Testa, che durante la fanciullezza aveva frequentato la casa dei nonni, lo stupendo villino Grue, ornato dall’arte castellana, e devastato in seguito dal cemento come altre ville patrizie.
Nel 1929 pubblicò “L’Abruzzo nel mio cuore”, arricchito da 40 xilografie originali dell’artista Carlo D’Aloisio da Vasto, e dedicò gli ultimi due capitoli ai ricordi rosetani. Mi è sembrato quindi opportuno, essendo il libro ormai introvabile, trascrivere alcune delle tante bellissime frasi: “Rosburgo: …presso la riva del mare, un piccolo gruppo di capanne basse e tenebrose, impastate di creta e di paglia, con le finestre opache e piene di sonno, con gli usci sconnessi e cigolanti, così piccini che, per varcarli, bisognava piegarsi in due. E queste capanne, che nel dialetto del luogo si chiamavano pinciare parevano, viste dall’alto, tante pecorelle dolci e brune, che si fossero messe a brucar l’erba, ai piedi della collina gialla di tufo, e che poi si fossero addormentate alla nenia lenta e maliosa del mare. Chi potrebbe dire come le pinciare scomparvero?
Certo esse caddero ad una ad una docili e rassegnate e s’elevarono al loro posto innumerevoli villini umili e fastosi, bianchi e colorati; ma tutti, dal primo all’ultimo, ebbero alle porte un ciuffo di rose o un albero di oleandri vermigli…
Rosburgo, che è forse la più giovane tra le spiagge dell’Adriatico abruzzese, ha quello che molte città più grandi e più celebri non hanno: un artista che l’ama e l’esalta nella bellezza e nella poesia del colore, Pasquale Celommi, pittore dalla rude e delicata anima, in cui la fierezza del nativo Abruzzo e la soavità dell’arte si compongono in squisita armonia...Ma Pasquale Celommi adora il mare in tutti i momenti della giornata, in tutte le sfumature delle tinte e delle trasparenze, in tutta la forte e profonda poesia del suo insonne e perpetuo ondeggiare. La luce che gioca tra i flutti su la riva, lo rapisce ed egli s’indugia a renderne tutta la grazia leggera.
Così in Pesca abbondante il sole che sorge lontano, tra acqua e cielo, ferisce orizzontalmente il mare fino alla sponda, fin dove un velo sottilissimo d’acqua translucente si distende e palpita su la sabbia d’oro, che si scorge in trasparenza, non liscia e compatta, ma appena ondulata dal ritmico, alterno movimento dei flutti. E di sole avvampano le vele purpuree mezzo ammainate e i visi delle donne e le collane di oro. In cielo passano tutte le divine sfumature dell’alba. La pesca della sciabica è invece tutta penetrata della inesprimibile malinconia del crepuscolo adriatico che è così lungo e dolce e quieto su lo sconfinato deserto del mare senza terra né vela…”
“Roseto d’Abruzzo: Ti sei vestito di grigio e di vento per venirmi incontro stamane, o mare strano e bellissimo, che sorridesti ai sogni della mia puerizia lontana… Ed ad una ad una sono passate davanti ai miei occhi velati le piccole bianche stazioni adriatiche dai nomi così dolci ogni volta al venire ma così tristi al partire, Montesilvano, Silvi, Atri… Mi affaccio dal finestrino. Il vento autunnale mi getta in viso rabbiosamente nubi di fumo e odore di carbone. Ma non importa... Vento, fumo, polvere, lacrime, palpiti disordinati del cuore. Sul mare, in fondo in fondo, scivolano le tue paranze, Rosburgo. Se si accostassero un poco, io ne riconoscerei le vele ad una ad una: il Sacramento, la Mezzaluna, la Stella… Adesso le vele cominciano ad avvicinarsi alla riva. Quante volte le vedemmo tornare così, gonfie di vento e lente, trascinandosi dietro, nel tremolare dell’acqua, il riflesso dei fiammeggianti colori? Spuntavano ad una ad una di dietro lo spigolo della villa accanto. Sarà la gialla? Sarà la rossa? Quella col sole? Quella con la Madonna?...
E la processione fastosa e solenne empiva tutta l’azzurra distesa del mare ondeggiante. Qua la raggiera di un ostensorio, là il profilo d’un fantastico mostro, più vicino, proprio su la sponda…
Poi d’un tratto, un fischio, un rombo, un sussulto. Il treno, piccino e veloce nella lontananza, girava sul ponte Vomano…
E Rosburgo non è più Rosburgo. Su la rovina dei vecchi uomini e delle vecchie case è tutta una nuova fiorita. Così, morto Pasquale Celommi, il pittore delle belle marine, un giovane artista, Giuseppe Di Blasio, seguendo le orme profonde e gloriose di Basilio Cascella da Pescara, attende ad ornare il paese di belle ceramiche. E noi… non siamo più quelli di allora.
ll tempo è passato… Per noi la parentesi è forse chiusa per sempre. Rosburgo si chiama Roseto. Passano gli anni e non ci si viene. O ci si passa senza fermarsi col treno che corre e con gli occhi che bruciano. Perché quello che è stato non è. Perché la vita non è più qui ma altrove, lontano; e se volessimo, domani, veramente ritrovare l’Abruzzo, quello dolce, forte e bellissimo, che mise i suoi limpidi cieli d’aurora e di tramonto, le sue montagne impassibili e le sue sconfinate marine intorno al primo fiorire della nostra giovinezza, dovremmo forse guardarci soprattutto nel cuore…”.
Parecchi anni dopo, nel 1957, testimone della nostra marineria è stato il bel film “Noi dell’oceano” (ideato da Giorgio Ferroni, regista Giovanni Roccardi, voce fuori campo di Vittorio G. Rossi, scrittore e navigatore). Girato da una troupe imbarcata sulla Genepesca 1^ per documentare la pesca del merluzzo nel Nord Atlantico, e uscito nelle sale con il titolo “L’Oceano ci chiama”, immortalò tanti pescatori rosetani costretti ad emigrare quando i modesti ricavi non riuscivano a coprire nemmeno le spese. Riguardo poi agli imbarchi sulle navi, i nostri marinai sono stati di esempio in pace e in guerra, ed hanno sempre dimostrato la loro operosità e la loro abnegazione.
Sullo stesso tema, il monumento in bronzo ai “Caduti del Mare”, scolpito nel 1998 dall’amico prof. Daniele Guerrieri, pittore e scultore originario di Castelli, che vive a Roseto da molti anni, vuole perpetuare la memoria di tanti nostri avi che nel mare hanno sacrificato la loro esistenza.
Successivamente, quando quell’unico ricordo della nostra tradizione marinara venne letteralmente rimosso, ritenni doveroso, in quanto figlio di marinaio decorato a seguito di affondamenti e naufragi, scrivere un articolo, “L’esproprio della Memoria”, pubblicato sul n° 3/4 2005 di Piccola Città. E voglio riportarlo qui di seguito affinchè nessuno possa dire di non sapere:
“C’era una volta un monumento dedicato ai Caduti del Mare, lì davanti al pontile, e l’artista che lo aveva realizzato era riuscito a dargli il dono della parola. Raccontava, il monumento, il nostro passato e parlava di naufragi e di lutti, di madri e di vedove vestite sempre di nero, di orfani che ancora imberbi ripercorrevano la strada dei padri, di lontananza dagli affetti quando la penuria del pescato costringeva ad emigrare presso altri mari, di famiglie povere e nel contempo dignitose ed oneste,... Con malcelata commozione ripeteva ogni volta la storia dell’emblema della marineria rosetana, il mitico Titone che sfidava da solo il mare, e di quando il mare, per averlo alla sua corte, architettò la tempesta perfetta e si scatenarono tutti gli elementi.
E continuava facendo rivivere lo scenario della folla assiepata sulla spiaggia a contare le vele, che come farfalle impaurite vagavano tra le onde impazzite.
Purtroppo, l’anno scorso, qualcuno dell’Amministrazione comunale ha avuto l’infelice idea di intitolare ai Caduti delle Forze dell’Ordine quella piazza in cui il monumento rappresentava un segno tangibile di identità e di appartenenza. Certo anche loro avevano il diritto di essere ricordati, ma si poteva e si doveva trovare un sito diverso, scelto anch’esso per onorare degnamente il sacrificio della vita nell’adempimento del proprio dovere. Naturalmente il tapino non sapeva nulla di toponomastica. Non sapeva nemmeno che la dedica ai Caduti del Mare era considerata da tutti i rosetani il toponimo del luogo, e quindi quel cimelio doveva essere rispettato in quanto testimonianza inconfutabile delle radici e delle vicende accadute.
Tanto per fare un esempio calzante, sarebbe altrettanto disdicevole intitolare a Giuseppe Garibaldi una piazza con al centro la statua di Giuseppe Mazzini (e ritengo che in nessun paese del mondo possa succedere un fatto del genere). Da quel giorno il monumento non ha più parlato, e tocca adesso ai discendenti della gente di mare, che hanno nel loro DNA tracce di acqua salmastra, ricordare e raccontare la storia di Roseto, comprensiva di questo capitolo, in modo da non farne mai perdere la memoria.
E’ pur vero che il Salvatore disse: Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno, ma perdonare non significa affatto dimenticare, altrimenti il futuro del nostro paese, espropriato del suo passato, sarà soltanto un anonimo futuro”.