un pensiero al mese


Le religioni che chiamiamo false erano una volta vere.(Ralph Waldo Emerson)



Indipendentemente dalle coalizioni che si andranno a costituire,a quale partito o lista civica darai il tuo voto nelle prossime elezioni amministrative?


mercoledì 24 novembre 2010

LAMENTO LAICO



Conosco chi sottomette tutta la filosofia alla teologia.
Conosco chi ritiene giusto che la religione invada la sfera della scienza.
Conosco chi afferma che la moralità derivi da leggi divine.
Conosco una Chiesa opulenta e una Chiesa dei poveri.
Conosco una Chiesa che ha una forte vocazione politica.
Conosco chi non vuole uno Stato aconfessionale,garante dei diritti di tutti,indipendentemente dalle diverse fedi religiose.
Conosco chi ammette la guerra nel nome di Dio.
Conosco un Dio che ama il povero e invece dà al ricco.
Conosco chi non è imbarazzato di fronte ai privilegi e ai vantaggi economici della Chiesa.
Conosco chi crede che ferite da cilicio,affari illeciti e alta finanza debbano essere cose normali nell' “Opus Dei”
Conosco molti che credono a statuine e icone che piangono e sanguinano.
Conosco chi fa passare per possessione diabolica una crisi di isteria.
Conosco chi è convinto che terremoti,malattie e alluvioni siano castighi mandati da Dio.
Conosco preti omosessuali che combattono l’omosessualità
Conosco chi afferma che le unioni di fatto,fondate sull'amore,sono fuori della grazia di Dio.
Conosco chi vuole che la chiesa decida del fine vita di tutti,anche nei casi di strazianti sofferenze e perdita della dignità.
Conosco chi è soddisfatto che l'insegnamento della religione cattolica serva a separare i bambini di una scuola.
Conosco chi di fronte ai tanti casi di preti pedofili grida al complotto contro la chiesa.

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domenica 24 ottobre 2010

Federazione della Sinistra ed emergenza rifiuti a Teramo




IL PD IN CONSIGLIO PROVINCIALE APPOGGIA PROPOSTA FdS

Vediamo con piacere che la proposta della Federazione della Sinistra di Roseto di unire tutti i comuni del teramano per risolvere l'emergenza dei rifiuti ha fatto breccia anche nel Pd provinciale.

Nel consiglio provinciale di giovedì Renzo Di Sabatino ha proposto a tutti i consiglieri di federare le 47 municipalità teramane e di mettere il Cirsu a disposizione dell'intero comnprensorio come soluzione auspicabile per contrastare il continuo aumento delle tariffe di smaltimento e trattamento e per salvare le casse del teramano dal tracollo finanziario. Le cifre hanno infatti raggiunto livelli insostenibili. L'Unione dei Comuni è arrivata a pagare sino a 190 euro la tonnellata.

Benchè Di Sabatino abbia parlato dai banchi del Pd, ancora non siamo a conoscenza di una posizione ufficiale da parte del Partito Democratico provinciale sulla questione dei rifiuti. Un silenzio che di fronte all'attuale situazione non può durare oltre. Viste le parole del sindaco di Bellante auspichiamo che la nostra proposta, l'unica capace di scardinare il circolo vizioso che in questi anni si è venuto a creare, entri a far parte in maniera compiuta della piattaforma politica del Pd, e che gli esponenti del partito si spendano effettivamente per la sua realizzazione.

Non è più tempo di aspettare, ed è tempo di mettere da parte gli egoismi e i piccoli interessi di bottega da parte di tutti i consorzi. Invitiamo il Pdl provinciale a non gìoire troppo della situazione del Cirsu, che non è patrimonio esclusivo del Pd ma necessario all'intera provincia, e nel quale lavorano decine e decine di operai.


Marco Borgatti Portavoce Federazione della Sinistra Roseto
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Questa la proposta della Federazione della Sinistra
OGGETTO:FdS CONSEGNA AI 47 SINDACI DEI COMUNI DELLA PROVINCIA DI TERAMO UN PIANO PER USCIRE DALL'EMERGENZA RIFIUTI E DA SISTEMA DI ZIO.

L'emergenza dei rifiuti può essere risolta solo attraverso una presa di coscienza dell'intera provincia di Teramo rendendola autonoma e competitiva in materia di rifiuti.

La crisi finanziaria del Cirsu è solo la punta dell'iceberg che rischia di far affondare i bilanci di tutti i 47 comuni della provincia di Teramo e solo con un intervento unitario di tutte le istituzioni teramane si può rendere efficiente il sistema rifiuti.

Ieri la Federazione della Sinistra di Roseto ha inviato ai 47 sindaci del comprensorio teramano,al presidente della Provincia e al presidente del Cirsu un piano per far uscire la nostra provincia dall'emergenza. La proposta si articola in due fasi, una a breve e una a medio-lungo termine.

Nell'immediato è necessario chiedere una deroga al Presidente Chiodi per conferire i rifiuti in discariche fuori regione dove le tariffe sono quasi la metà di quelle imposte dal Sistema Di Zio in Abruzzo. Si tratterebbe di una soluzione tampone, della durata di pochi mesi che darebbe fiato alle casse comunali(Un milione di Euro circa il risparmio trimestrale). A lungo termine è necessario far entrare nell'azionariato Cirsu tutti i 47 comuni del teramano, rendendo così l'intera provincia proprietaria degli impianti di Grasciano e della nuova discarica pubblica(unica in Abruzzo). Le proporzioni di ingresso sono già stabilite. Sono i millesimali decisi due anni fa per la costituzione dell'AdA. L'ingresso di nuovi soci permetterebbe di effettuare nuovi investimenti sui macchinari che, grazie al loro numero, comporterebbero la spesa di cifre assolutamente sopportabili.

La forza dell'idea è la sua semplicità. Risparmiare sui costi nell'immediato portando i rifiuti fuori regione dove le tariffe sono inferiori, successivamente far entrare,come azionisti,tutti i comuni della Provincia nel Cirsu potendo così ricapitalizzare e rendere operativi tutti gli impianti,ora fermi perché non funzionanti, trattando così i rifiuti autonomamente a Grasciano facendo finalmente partire la raccolta differenziata grazie a un impianto in grado di trattare e rivendere la plastica,il vetro e il compost frutto del processo di riciclo in loco.

L'impianto di Grasciano è stato progettato all'origine per trattare già tutti i rifiuti della provincia ma serve un aggiornamento e la corretta manutenzione che è possibile fare grazie alla ricapitalizzazione frutto dell'ingresso di nuovi soci pubblici.

L'Unione di tutti i comuni è indispensabile, i costi del sistema rifiuti non possono essere tollerati da soli sei comuni o da diversi piccoli consorzi che non hanno le capacità e risorse per sfidare il colosso Di Zio sul mercato dei rifiuti, che da monopolista detta regole e tariffe ai comuni.

Unirsi vuol dire meno costi,aumentare le tonnellate di plastica,vetro e compost da rivendere e quindi aumentare le entrate potendo così abbattere ancor più le tariffe ed infine aver le risorse per gestire in maniera corretta una discarica pubblica in cui conferire i soli rifiuti non riciclabili a costi sempre inferiori.

Il rischio di liquidazione del Cirsu è solo la punta di un iceberg. Affianco a questa crisi sono infatti numerosi i comuni del teramano sempre più soffocati dalle esose tariffe di smaltimento negli impianti pescaresi e chietini. Ad aggiungere peggio al peggio, nei giorni passati la Deco ha annunciato la chiusura ai rifiuti fuori Ato della discarica di Colle Cese. La provincia di Teramo deve uscire da questo circolo vizioso. Quanto accade oggi al Cirsu potrebbe accadere domani in uno degli altri consorzi provinciali.

La Deco non ha interesse a rendere realmente autonoma e competitiva la nostra provincia.

Perchè la Deco dovrebbe creare una valida alternativa, magari pubblica, ai propri impianti? Le numerose licenze del polo tecnologico di Grasciano, unite alla nuova discarica, sono un patrimonio che la provincia di Teramo non può permettersi di perdere e che anzi deve sfruttare appieno. Autonomia e competitività sono i due assi portanti per far diminuire in futuro le tariffe che pagano i cittadini, e l'unica strada possibile per per una realistica partenza di una seria raccolta differenziata.

La provincia di Teramo non deve diventare una succursale degli impianti pescaresi e chietini, ma può e deve avere la capacità di attirare rifiuti anche da fuori regione. Le carte ci sono tutte. Sta alla politica giocarsele. Se il risparmio nasce dalla sana concorrenza, non si vede perchè si debba osservare passivamente il consolidarsi di una posizione già oggi dominante.

Le casse pubbliche di un'intera provincia non possono dipendere dalle decisioni di un cda aziendale, che in quanto tale opera (legittimamente) per i propri esclusivi interessi. Il pubblico deve tornare a fare la sua parte. La crisi del Cirsu può essere un'opportunità per ripensare le strategie di oggi del mondo dei rifiuti. Nessun comune, nessun consorzio hanno oggi la forza di opporsi alla tariffe attuali. Solo la volontà politica di un'azione comune può farlo.




Marco Borgatti

Portavoce federazione della Sinistra






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sabato 23 ottobre 2010

La Storia della Riserva del Borsacchio di FRANCO SBROLLA


Capitolo 7: Le “trasformazioni” avvenute nell’area Cologna – Borsacchio


Nel mese di giugno 1998, il Dipartimento Scienze Ambientali dell’Università dell’Aquila richiedeva un intervento di tutela del Parco Mazzarosa, individuato come Monumento Nazionale, in quanto importante traccia paesaggistica e naturalistica.

I proprietari ed il comodatario dell’area decisero, invece, di realizzare attrezzature turistiche, pur essendo l’area destinata dal PRG vigente a “Verde privato vincolato”.

Il bollettino dei lavori eseguiti nei primi giorni di marzo 1999, e documentati da un inedito e completo servizio fotografico, si può così riassumere:

a) buona parte del Parco è stata delimitata da rete metallica ed asservita al Camping Lido d’Abruzzo;

b) i mezzi meccanici, provenienti dal Camping, hanno trasportato e ricoperto il terreno con centinaia di metri cubi di terriccio giallognolo, mentre parecchi mucchi sono stati posti per essere spalati sull’esistente;

c) con il disboscamento sono state aperte nel Parco, da sud a nord, due strade parallele sterrate, poi asfaltate per agevolare il passaggio di auto e roulottes.

Le conseguenze immediate sono state le seguenti:

1) alcuni alberi di alto fusto sono stati abbattuti ed altri sono stati danneggiati;

2) l’humus del sottobosco e la pregiata vegetazione arborea e di piccolo fusto sono ormai sepolti.

Il 10 marzo 1999 alcuni cittadini inviarono al Sindaco di Roseto la seguente denuncia:

“I sottoscritti cittadini, residenti nel Comune di Roseto degli Abruzzi, sono venuti a conoscenza e hanno verificato che nel Parco della Villa Mazzarosa (Monumento Nazionale), tutelato dal Piano Regolatore Generale vigente con destinazione a “verde privato”, sono in atto dei lavori di modifica dello stato dei luoghi anche con taglio di alberi di alto fusto. Non essendoci cartelli autorizzativi esposti, si chiede alla S.V.I. l’accertamento delle autorizzazioni dei lavori in corso, presumibilmente a servizio del vicino campeggio Lido d’Abruzzo”, al fine di:

- evitare manomissioni irreversibili, come taglio di alberi di alto fusto o secolari, che potrebbero compromettere la bellezza del Parco e sminuire i monumentali esemplari di Pino d’Aleppo e di Leccio presenti nel Parco suddetto;

- stabilire la legittimità e la legalità dei suddetti lavori (per fare cosa?) con la salvaguardia della specifica destinazione urbanistica stabilita dal Piano Regolatore Generale;

- chiarire se in un’area destinata a “verde privato” possano esistere attrezzature turistiche come parcheggi di roulottes o attrezzature sportive come campetti per giocare a pallavolo, ecc…”.

Dopo il successivo invito a tutti i cittadini, da parte delle Associazioni ambientaliste, “a protestare per la manomissione del Parco e a chiedere al Comune la salvaguardia della specifica destinazione urbanistica a verde privato prevista dal PRG ed il ripristino immediato dello stato dei luoghi”, ci fu, il 27 marzo 1999, la manifestazione popolare sulla spiaggia, davanti al Parco Mazzarosa ed al camping Lido d’Abruzzo.

L’opinione pubblica e la stampa recepirono in pieno le ragioni della protesta, e mi sembra doveroso riportare alcuni titoli dei vari quotidiani: “Chiarezza sui lavori nel parco Mazzarosa”, “Battaglia ambientalista per il parco Mazzarosa”, “Protestano il WWF e l’associazione Scarabeus – Quel camping diventa villaggio”, “Salviamo il parco Mazzarosa – Gli ambientalisti manifestano a Roseto”, “Taglio di alberi, parte l’esposto”, “Scompaiono alberi pregiati, a Roseto esplode la protesta”, “Mazzarosa: visibili i villini dove c’era il campeggio”.

In data 31 marzo 1999 il sindaco Nicola Crisci, intervistato dal quotidiano Il Centro, comunicò di aver emesso in pari data, tramite l’ufficio competente, tre distinte ordinanze (n. 11, 12 e 13) riguardanti la salvaguardia del Parco Mazzarosa, in quanto: “I provvedimenti si sono resi necessari a causa delle irregolarità rilevate a seguito dell’accertamento compiuto”.

Nell’ordinanza n. 11, il Dirigente…..Ordina agli eredi Devincenzi (Mazzarosa, Cenami, Mac Neil, Placidi) in qualità di proprietari ed al sig. Ciutti Bruno di Cesenà di Campli, in qualità di Legale Rappresentante della Soc. Edilizia Tris S.r.l. quale comodataria dell’area interessata, di rimuovere lo strato di stabilizzato ed i cumuli di sabbia riportati all’interno dell’area e di ripristinare lo stato originario dei luoghi entro e non oltre 90 (novanta) giorni dalla notifica del presente provvedimento.

Nell’ordinanza n. 12, il Dirigente……Accertato che la ditta proprietaria del Camping Lido d’Abruzzo ha iniziato i lavori relativi all’ampliamento del centro direzionale in assenza della prescritta Concessione Edilizia……Ordina al Sig. Ciutti Bruno in qualità di Legale Rappresentante della Soc. Edilizia Tris s.r.l. proprietaria del Camping Lido d’Abruzzo di sospendere immediatamente i lavori di che trattasi in quanto intrapresi in assenza della prescritta Concessione Edilizia.

Nell’ordinanza n. 13, il Dirigente…..Accertato che la ditta proprietaria del Camping Lido d’Abruzzo ha iniziato i lavori relativi all’ampliamento del centro turistico mediante la costruzione di un fabbricato adibito a bungalows in assenza della prescritta Concessione Edilizia….Ordina al sig. Ciutti Bruno in qualità di Legale Rappresentante della Soc. Edilizia Tris s.r.l. proprietaria del Camping Lido D’Abruzzo, di sospendere immediatamente i lavori di che trattasi in quanto intrapresi in assenza della prescritta Concessione Edilizia.

L’intervento del Sindaco e le ordinanze del Dirigente non ebbero alcun seguito sostanziale, e siccome l’area Cologna – Borsacchio è stata sempre prodiga di sorprese, cercherò, qui di seguito, di riepilogare, sinteticamente, i successivi eventi accertati:

1) nell’ordinanza n. 29 del 17 dicembre 2001, il Dirigente II Settore…..Accertato che nel parco Mazzarosa sono stati installati, in assenza di prescritto provvedimento edilizio, N. 33 (TRENTATRE) box in pannelli termici, su ruote, collegati alla rete fognante, idrica ed elettrica, con destinazione turistica ricettiva….Ordina agli eredi Devincenzi (Mazzarosa, Cenami, Mac Neil, Placidi) in qualità di proprietari e al sig. Ciutti Bruno in qualità di comodatario, di rimuovere le opere di che trattasi e di ripristinare lo stato originario dei luoghi, entro e non oltre n. 90 (novanta) giorni dalla notifica del presente provvedimento;

2) alla fine di luglio 2002, la Forestale di Roseto faceva sgomberare e metteva sotto sequestro alcuni dei 33 box parcheggiati nel parco Mazzarosa;

3) in data 12 febbraio 2007, la “mitica” casa verde” (di cui si è parlato nel capitolo 2), veniva venduta dagli eredi Migliorati a Cantagalli Sabatino, Amministratore unico della Cantagalli Immobiliare Srl. Unitamente al fabbricato l’imprenditore acquistava appezzamenti di terreno di oltre 7 ettari nell’area della Riserva naturale Borsacchio per un importo totale di E. 1.280.180. Successivamente, a seguito del rigetto da parte del Comune, di un’istanza per la realizzazione di un complesso turistico, la S.r.l. Cantagalli inviava al TAR de L’Aquila, in data 12 novembre 2008, la “domanda di risarcimento del danno…nella misura, comunque non inferiore ad E. 3.500.000 …”;

4) nell’estate 2008 veniva alla luce un sottopasso ferroviario, progettato pedonale e realizzato carrabile, che collegava il villaggio turistico Lido d’Abruzzo con un terreno antistante dello stesso proprietario, sito tra la ferrovia e la S.S. 16 (che doveva diventare un parcheggio di 400 posti auto);

5) a seguito di varie denunce alla Procura della Repubblica di Teramo, da parte di partiti politici, associazioni ambientaliste e privati cittadini, il 25 aprile 2009 venivano sequestrati sottopasso e parcheggio, dalla Forestale e Polizia Municipale, su ordine della Magistratura. Conseguentemente, in data 16 luglio 2010 venivano rinviati a giudizio, a vario titolo, il proprietario del Lido d’Abruzzo, il progettista delle opere abusive, i due titolari della ditta esecutrice dei lavori, il dirigente dell’ufficio tecnico comunale e due dipendenti del medesimo settore;

6) in data 12 novembre 2009, il Corpo Forestale dello Stato poneva sotto sequestro una costruzione di due piani all’interno del villaggio turistico Lido d’Abruzzo, in quanto realizzato in totale difformità rispetto alle autorizzazioni comunali ed in violazione delle norme in materia urbanistico-edilizie e delle aree protette.

giovedì 14 ottobre 2010

A Roseto si aggira un fantasma,quello della laicità



di Ipazia Rossi

A Roseto è in atto la distruzione sistematica della laicità

Cari amici,spinta da una cara persona,riprendo la mia nota di qualche giorno fa sui brandelli della laicità a Roseto,una cittadina dove domina ormai il pensiero unico cattolico.Come,qualcuno mi dice,ma Roseto non era una roccaforte del PCI e poi dei Ds? E non c'era un forte partito socialista? E dove sono finiti tutti questi vecchi compagni laici? Si vede che di laico avevano ben poco perchè ora tutti si dichiarano cattolici,il sindaco prima di tutti, con il suo codazzo di assessori e consiglieri comunali,tutti tutti proclamatisi, per mera convenienza, cattolicissimi.Non a caso il consiglio comunale è presieduto da un consacrato a Dio e non è un caso se la commissione "pari opportunità"sia composta dalle solite donne cattoliche che ripropongono alle rosetane il modello mariano.Non è poi neanche un caso se le cooperative che offrono servizi sociali siano cattoliche.E non è nemmeno un caso se un consiglio comunale con una schiacciante maggioranza di centrosinistra bocci l'istituzione del registro delle coppie di fatto.

Ormai a Roseto,grazie alla complicità e all'opportunismo dei suoi amministratori, c'è un clericalismo invadente che sta distruggendo sistematicamente la laicità causando un'aria pesante viziata dal pensiero unico cattolico . Che il Partito Democratico(ma perchè non chiamarlo DC?) stia costruendo la sua campagna elettorale sulla promessa di chiese( non di scuole o case per i senza tetto),che le riviste cittadine siano vomitevolmente di parte e genuflesse,che vengano ampliate chiese abusivamente,che si concedano contributi alla Curia e alle parrocchie,ecc. sono ancora fatti normalissimi qui a Roseto,dove tutte le scuole al sabato sono interamente occupate per il catechismo.Ma anche questo qui è normale.Come pure è normale l'ossessione delle radici e dell'identità rosetana o le crociate che sono state fatte negli anni scorsi a difesa del crocifisso o del prete che sconsideratamente volle benedire ad ogni costo i bambini di una scuola.Non è così che si difende il cristianesimo.Nemmeno lo si difende con convegni di filosofia per studenti delle scuole pubbliche dove relatori sono il vescovo e un prete. Queste sono trappole che si tendono alla formazione critica dei giovani che devono essere educati,se proprio si vuole,ad una fede dubbiosa,incerta,senza dogmi,ma certamente ad una ragione e ad una scienza che sono fallibili,che non possono approdare a verità definitive.

Ma si sa il PD ,anche sulla rincorsa al voto cattolico,imita gli atei devoti del centrodestra.

Sia ben chiaro:per me laicità non è contrapposizione al confessionalismo,quanto rispetto e dialogo con chi la pensa diversamente ,è ricchezza di valori e di orizzonti che non possono essere prerogativa delle religioni .Ma qui è tutto identificato con una religione e con un solo ethos.

Speriamo quindi che le forze politiche,il mondo della scuola e tutte le istituzioni del territorio prendano atto di questa situazione culturale e si diano da fare per diffondere diverse visioni del mondo e per favorire la formazione di menti libere,critiche e pertanto non inclini a forme di assolutismo.

lunedì 11 ottobre 2010

L'ampliamento della chiesa e la sfrontatezza dell'Amministrazione PD





L'ampliamento della chiesa Maria S.Assunta a Roseto
pubblicata da Pasquale Avolio il giorno venerdì 1 ottobre 2010 alle ore 18.44

Recentemente l'Amministrazione comunale di Roseto degli Abruzzi ha autorizzato l'ampliamento della Chiesa Maria S.Assunta disattendendo le norme urbanistiche.Non sono bastati gli innumerevoli abusi edilizi favoriti in città con le deroghe agli standard previsti dalla vigente normativa (altezze,distanze tra fabbricati,ecc) e non è bastato il notevole contenzioso che l'Amministrazione dovrà affrontare per i diritti che molti cittadini ritengono lesi in conseguenza di queste deroghe. Ma il monocolore PD dimostra di non avere freni inibitori o senso del limite e, per ingraziarsi una buona fetta dell' elettorato cattolico, rilascia alla Parrocchia (che ha un discreto peso politico con i suoi due consiglieri comunali eletti) questo permesso che dà il via a un illegittimo obbrobrio.
Avrei preferito che a segnalare la cosa fosse stato un cattolico rispettoso del principio evangelico"dai a Cesare quel che è di Cesare".A Roseto ce ne sono tanti,ma purtoppo tutti silenti e molti di quelli che si dichiarano laici purtroppo sono tutti in ginocchio.Questa non è una questione di difesa della laicità o di pregiudizio verso la religione:è una questione di legalità!
Con tutto il rispetto per i cattolici praticanti,ma di provvedimenti ad ecclesiam,in questo paese anormale,non se ne può più!

Presentata un'interrogazione sugli edifici fantasma aRoseto



Agli Assessori all’Urbanistica
e al Bilancio
del Comune di Roseto degli Abruzzi


Oggetto: interrogazione

L’Agenzia del Territorio ha diffuso sul proprio sito l’elenco degli immobili sconosciuti al catasto, presenti purtroppo in tutti i comuni d’Italia, ai fini di una loro regolarizzazione anche dal punto di vista fiscale entro il 31/12/2010. Tali dati sono stati peraltro pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale.
Sebbene questa rilevazione sia da considerare approssimativa, essa mette tuttavia in risalto la presenza nel nostro comune di n. 636 “fabbricati non dichiarati” e 250 “ fabbricati ex rurali”.
E’ indubbio che molte di queste costruzioni possono essere già state dichiarate, mentre altre sono senz’altro abusive producendo un mancato gettito derivante dall’evasione degli oneri di urbanizzazione, dell’IRPEF, dell’ICI e della TARSU.

Si interrogano pertanto gli assessori all’Urbanistica e al Bilancio

se è in atto una verifica dei dati comunicati dall’Agenzia del Territorio in modo da portare alla luce queste costruzioni fantasma;
se sarà costituito uno specifico gruppo di lavoro che si occupi anche di quantificare ed esigere le dovute imposte e tasse;
come ci si comporterà laddove si dovesse rilevare la non conformità di tali costruzioni alle norme urbanistiche.

Pasquale Avolio,Sinistra Ecologia e Libertà

I comuni,nonostante le loro difficoltà, erogano finanziamenti alla Chiesa con grande imbarazzo per gli stessi cattolici



La vergogna della Legge Regionale n.29 del 16 marzo 1988

Non sarebbe ora di modificare la Legge Regionale abruzzese n.29 del 16 marzo 1988,una legge un po' anomala rispetto alle analoghe leggi che le altre regioni hanno emanato all'epoca in osservanza della Legge n.10/1977(cosiddetta legge Bucalossi)? Si tratta di norme che concedono altri privilegi alla Chiesa cattolica ai danni del bilanci dei comuni e delle regioni stesse.
Ma procediamo con ordine.
L'art.5 della predetta L.R.29/1988 prevede che i comuni abruzzesi debbano corrispondere tassativamente alle istituzioni religiose,pena l'esclusione da qualsiasi contributo regionale per l'anno della mancata erogazione,un'aliquota pari al 10% delle somme incassate per le opere di urbanizzazione secondaria.Queste somme per oltre il 90% vanno alla Chiesa cattolica.
Sull'impiego dei finanziamenti percepiti le autorità religiose sono tenute poi a trasmettere un'analitica relazione ai Comuni.Simili relazioni nel Consiglio comunale di Roseto però non sono mai pervenute sebbene la nostra Amministrazione abbia erogato alla Curia di Teramo,negli ultimi dieci anni, somme per un importo che senz'altro si aggirerà sui 100 mila euro.
Al tempo stesso mi sono presa la briga di andare a leggere qualche analoga legge regionale riguardante appunto l'edilizia di culto e non ho rinvenuto,come qui da noi,l'obbligo dei comuni a questa devoluzione ma solo la possibilità di erogare una percentuale dell'8% degli importi ricavati dalle opere di urbanizzazione secondaria.
Giova ricordare che queste leggi ad ecclesiam, che hanno prodotto altre forme di finanziamento in favore dell'edilizia di culto, furono varate quando al Governo sia nazionale che regionale c'erano la DC e il Psi con altri partiti minori.(Pasquale Avolio)

Piano Spiaggia : una colata di cemento sul nostro arenile



Dopo sei anni di lunga gestazione, il Partito Democratico, votandoselo da solo, dà alla luce il suo Piano Spiaggia, diretta conseguenza della propria gestione dell’urbanistica che sta facendo avanzare su tutti noi una inarrestabile colata di cemento.
Nell’elaborare questo Piano, non c’è stata la minima attenzione alla tutela del paesaggio e degli ecosistemi costieri, ma è prevalsa solo l’urgenza di sanare quegli abusi tollerati negli ultimi 15 anni e di soddisfare interessi privati e clientelari.
Le quattro piazze a mare, le volumetrie consentite a ciascun concessionario su un’intera area di 250 mq, l’ulteriore licenza di creare pavimentazioni per mettere su strutture mobili e la possibilità per tutte le concessioni di poter fare ristorazione infliggeranno ferite non più sanabili alla nostra spiaggia. Anche i varchi visivi, cioè la possibilità di guardare il mare durante la passeggiata, si ridurranno in virtù di queste invadenti costruzioni.
Le spiagge libere poi sono solo il 24% dell’intero arenile e sono mal dislocate perché non si è avuto il coraggio di interrompere al centro le sequenze delle concessioni degli amici. C’è anche l’esigenza dell’allargamento dei marciapiedi e della creazione della pista ciclabile sul lungomare Nord e tale esigenza comporta, per il reperimento delle aree necessarie, l’arretramento verso il mare di alcuni stabilimenti, fino a 7 metri.
In proposito ricordo che Roseto rappresenta ancora la palla al piede della realizzazione di quel meraviglioso tracciato ciclabile costiero che dovrà unire Vasto a Martinsicuro e andare anche oltre.
Un’Amministrazione responsabile e lungimirante non avrebbe mai consentito una cementificazione così spensierata, non solo sull’arenile, al punto da trasformare Roseto in una comunità che specula su se stessa, sul proprio territorio speciale, non curandosi della propria salute, cancellando le tracce della sua memoria e trascurando le sue risorse peculiari costituite dalla spiaggia e dal turismo.
Per raggranellare consensi e conservare quell’effimera, piccola fetta di potere ai propri uomini, quest’Amministrazione sta privando Roseto del suo futuro e sta preparando forse il proprio funerale politico.

martedì 6 luglio 2010

Quisquilie



Le papere mute ovvero... a volte ritornano
Nella riunione del Consiglio comunale di martedì il Partito Democratico ha subito passivamente,senza replicare, le argomentazioni delle minoranze circa l'illegittimità della bozza del Piano Regolatore.Per sei lunghe ore i consiglieri del PD sono stati muti per far valere poi alla fine la forza dei loro numeri.Questa surreale rappresentazione si è ripetuta con molta frequenza nell'assise cittadina al punto che Emidio Braca,riferendosi a questi consiglieri acefali e silenti, ha coniato l'epiteto di"papere mute".



Ce n'era proprio bisogno?
Che pensano i cittadini della nuova auto blu(una BMW serie5) del vanitoso Sindaco di Roseto degli Abruzzi,acquistata ai primi di maggio,quando in tutto il paese infuriava la tempesta su questo tipo di spreco diffuso anche presso gli enti locali e quando le casse del nostro comune segnano un deficit di oltre 47 milioni di euro?





Un programma estivo sensazionale!
Avete visto il nutritissimo programma dell'estate rosetana?
Quante buone idee ha la nostra impareggiabile Amministrazione per attirare turisti e dare opportunità di svago intelligente ai nostri ragazzi!





Quando gli Amministratori non fanno gli affari loro



Ormai il complesso residenziale sorto sull'area ex Monti,quasi completato,lascia vedere chiaramente gli enormi benefici ottenuti dall'accordo che l'Amministrazione ha stipulato con un noto imprenditore locale. Questi,in cambiodella cessione al Comune di locali per uffici e della creazione di parcheggi e di una piazza, ha ottenuto la trasformazione di un'ampia area industriale in un'area destinata ad edilizia residenziale.


La piazza ora è straordinariamente bella,ampia e ricca di verde,i parcheggi sono sovrabbondanti e i locali dati alla collettività sono posti tutti a fronte strada.Gli appartamenti delle tre mastodontiche palazzine poi si vendono bene a 3 mila euro al metro quadro.

Non c'è che dire:l'Amministrazione comunale ha mostrato grande fiuto per gli affari!





Sull'assenza del Sindaco in Consiglio comunale ovvero la menzogna dei lacchè

Celestino Salvatore e Simone Tacchetti,rispettivamente Segretario cittadino e Capogruppo consiliare del PD,hanno dichiarato,a proposito dell'assenza del Sindaco in Consiglio comunale, che"qualcuno dovrebbe riflettere in proposito e fare ammenda".

Essi non sono soggetti squilibrati,non sono bambini che non distinguono il reale dall'immaginario e per questo non meritevoli di rimprovero. Sono solo militanti interessatamente asserviti al loro partito politico che deve essere difeso ad ogni costo,anche alterando la verità dei fatti che indicano nel Sindaco il vero provocatore della baruffa.Facessero quindi ammenda loro,insieme al decadente capo, per questo comportamento spudoratamente disonesto.

Roseto non poteva avere un'Amministrezione migliore



A Roseto degli Abruzzi il buon senso sotto … la sabbia!

A Roseto degli Abruzzi succede l'incredibile: con una spiaggia molto estesa l'Amministrazione comunale snatura il pattinodromo per trasformarlo in un campo di giochi sulla sabbia!

Con delibera n.71 del 24/6/2010 della Giunta Comunale di Roseto degli Abruzzi vengono assunti i provvedimenti per trasformare il pattinodromo in un impianto di giochi sulla sabbia.Questa delibera,voluta in consiglio comunale dai soli consiglieri del PD, è stata adottata certamente per favorire l'affidamento in gestione della struttura ad un amico del PD.
A nulla sono valse le proteste del mondo sportivo per scongiurare questa decisione.
Vedremo poi quanto durerà la destinazione di" impianto per giochi sulla sabbia" del nostro pattinodromo e vigileremo al tempo stesso su possibili tentativi volti trasformare la struttura in qualcosa di redditizio per i privati.

Ecco quanto denunciato dopo lo sciagurato voto in Consiglio comunale.

Col voto compatto dei soli consiglieri del PD viene snaturato il pattinodromo, un’opera sportiva di prim’ordine nella sua tipicità, costata nel 1994 un miliardo e seicento milioni di lire, per diventare un impianto che ospiterà in larghissima parte sport sulla sabbia,nel quale solo l’ultimo anello della pista sarà riservato al pattinaggio.

Tale operazione è stata avallata dal PD solo in virtù dei numeri, nonostante le argomentazioni stringenti sul piano dell’ opportunità e della logica apportate dalle minoranze.

Ma ormai in Consiglio comunale siamo abituati alla rinuncia a qualsiasi attività di pensiero e di critica da parte dei consiglieri del PD che riescono a mostrare sempre una volontà granitica e unitaria nell’appoggiare scelte persino dannose e prive di senso come questa. Sicuramente questa scelta deve avere un ‘altro’ senso per chi pratica il modo vecchio di fare politica….

E’ inconcepibile, infatti, in una città come la nostra, improvvisare una struttura per sport sulla sabbia quando si dispone di 6-7 km di bellissima spiaggia, peraltro sufficientemente larga, per la pratica di tali sport che richiamano spettatori e appassionati proprio perché si svolgono nel loro contesto naturale che è la spiaggia.

Ed è folle voler ignorare l’inconciliabilità della presenza della sabbia con la pratica del pattinaggio con i conseguenti rischi per l’incolumità dei giovani pattinatori su una pista veloce sporcata costantemente dalla sabbia! Sono certo che l’ASL, responsabilmente, si guarderà bene dal concedere il prescritto parere di idoneità igienica.

Sarebbero tuttavia auspicabili la riconversione del pattinodromo in un impianto polivalente,dato in gestione in seguito all’espletamento di una trasparente gara,e la creazione di una struttura di copertura .In tale impianto riconvertito il pattinaggio con le sue piste dovrà essere privilegiato facendolo convivere con un campo di calcetto o di ginnastica,non con gli sport sulla sabbia.Al tempo stesso questa riconversione potrà rivelarsi utile per lo svolgimento di manifestazioni culturali e ricreative.

Il Consigliere comunale
Pasquale Avolio









Un comunicato ambiguo sugli aumenti della TARSU a Roseto degli Abruzzi. Provate a leggerlo!








Il Sindaco di Roseto ha annunciato in modo poco chiaro l'avvio della raccolta differenziata col metodo "porta a porta" che comporterà l'aumento della TARSU del 25% a carico dei cittadini.Speriamo che il servizio venga avviato realmente e che non si tratti di una manovra per coprire il debito pregresso di oltre 900mila euro col CIRSU.
Ricordiamo che l'aumento del 50% di due anni fa fu motivato anch'esso dalla necessità di avviare il "porta a porta", naturalmente non realizzato.






In un comunicato equivoco ed elusivo, mentre si afferma per bocca del Sindaco che non ci saranno aggravi per i cittadini in conseguenza del nuovo servizio più costoso di raccolta differenziata,viene detto poi che le tariffe saranno rideterminate(perchè non aumentate?) nella misura del 25%.Il tutto nello stesso documento!
Questo perchè l'Amministrazione si guarda bene dal ricorrere al termine"aumento" che va assolutamente nascosto con giochi di parole. Alla parola "aumento" va preferita invece quella più vaga e blanda di "ridederminazione". Non deve infatti succedere che i cittadini possano rendersi conto subito di come stanno le cose e pertanto non è consigliabile l'uso di un linguaggio preciso e chiaro!
Ecco di seguito i due stralci delle nota redatta dall'Ufficio Stampa del Sindaco:
"I servizi saranno affidati al CIRSU e il costo complessivo del progetto ammonta 4.073.889,56. Eviteremo ulteriori aggravi sui cittadini – ha aggiunto il Sindaco.............
....Contestualmente la Giunta ha deliberato la rideterminazione per l'anno 2010 delle tariffe per lo smaltimento dei rifiuti pari al 25%, lasciando inalterate le fasce di esenzione."

Vi invito pertanto a leggere il testo in questione su http://www.comune.roseto.te.it/comunicati.php?id=696





COME TI TRUCCO LE REGOLE IN CONSIGLIO COMUNALE


Il Presidente del Consiglio Comunale di Roseto degli Abruzzi , su richiesta di un consigliere di maggioranza ha posto a votazione, nell’ultima seduta del Consiglio, dopo che era stato discusso un solo punto dell’ordine del giorno, la sospensione dei lavori.
L’esito della votazione non poteva essere che scontato: i lavori si sono interrotti per volere del solo Partito Democratico, nonostante le proteste delle minoranze che esigevano la regolare prosecuzione dei lavori assembleari.
Così, come è spesso accaduto, è venuto meno il ruolo di imparzialità e di correttezza che l’esercizio dell’Ufficio della Presidenza richiede.
E’ sconfortante infatti constatare come in questi anni la preoccupazione principale del Presidente sia stata quella di assecondare sistematicamente la volontà della maggioranza, dimenticando il dovere di esercitare una funzione di garanzia sia del corretto svolgimento del Consiglio sia dei diritti di tutte le componenti in esso presenti.
Ponendo ai voti la richiesta di sospensione dei lavori da parte della maggioranza, egli dimostra ancora una condotta non neutrale,poco istituzionale, bensì di indirizzo politico.
Su questa situazione di degrado istituzionale,dove le regole del gioco democratico sono ostentatamente truccate, sarà richiesto un incontro al Prefetto di Teramo

Pasquale Avolio ed Emidio Braca,consiglieri comunali






Partito Democratico:avanti tutta con la bozza illegittima di PRG !








Ieri in Consiglio comunale il Partito Democratico ha optato ancora per la strada della chiusura al dialogo con le minoranze scrivendo così un'altra pagina delle sue sciagurata avventura politica.


Con 10 voti favorevoli e 9 contrari in Consiglio comunale, il PD va avanti con la 'sua' bozza di Piano Regolatore viziata sul piano della legittimità.
Tale documento viola infatti le norme sulla riservatezza e la non pubblicità dello strumento urbanistico nel periodo antecedente l'adozione da parte del Consiglio comunale e non rispetta la procedura prevista dall'art. 10 della Legge regionale 18/1983.
Si tratta, al tempo stesso, di una bozza che non è accompagnata da una relazione tecnica, che è priva di uno studio dell'assetto idrogeologico del territorio, che è costruita su proiezioni demografiche fantasiose e che, tra l'altro, è priva di regole chiare e stringenti sulla perequazione.
Per non parlare dell'assenza di momenti di inclusione dei cittadini, delle associazioni e delle altre forze politiche nella fase dell'elaborazione delle proposte che avrebbero dovuto portare a questa pseudobozza che, nella vecchia cartografia utilizzata, si presenta invece come un'opera completa in ogni particolare.
Ieri purtroppo non c'è stato l'ascolto delle minoranze, ma solo un monologo di esse al quale il PD, come sempre, ha opposto la non disponibilità ad accettare il confronto e la consueta arroganza dei numeri.
La stessa replica dell'Assessore all'Urbanistica, preconfezionata nei giorni scorsi, è stata l'ennesima prova di questo stile di governo, sordo e muto , in perfetto stile berlusconiano, del tutto incompatibile con la democrazia.
L'invito delle minoranze, e di Sinistra Ecologia e Libertà in particolare, è stato quello di ritirare la bozza di PRG e di non trascinarne l'iter a ridosso della campagna elettorale.
Del resto lo stesso programma politico del 2006 ,che ha portato al successo il Sindaco Di Bonaventura, prevedeva come prioritaria l'approvazione dello strumento urbanistico addirittura nei primi cento giorni della nuova avventura amministrativa.
Affrontarlo in coda a questa consiliatura rinforzerà inoltre nei cittadini l'idea, peraltro diffusa nella città, di un'Amministrazione che non si muove in modo imparziale, come esige l'art. 97 della Costituzione, ma anzi di un PD che su questo PRG intende costruire addirittura una campagna elettorale fatta di ricatti e promesse.
Per quanto detto,non credo che ci sia volontà da parte del PD di costruire a Roseto un nuovo centrosinistra,per il quale la questione morale dovrebbe ritornare centrale nel modo di amministrare e per il quale l'urbanistica dovrebbe tornare a godere di una buona reputazione.
Pasquale Avolio

La storia di Roseto e della Riserva naturale Borsacchio

La storia di Roseto e della Riserva naturale Borsacchio


Cap.5:Da "L'Abruzzo nel mio cuore " a "L'Oceano ci chiama" ed ai "Caduti del mare"
di FRANCO SBROLLA
Quei pescatori di un tempo, vissuti umilmente, hanno potuto almeno appagare gli occhi e la mente con l’ineguagliabile paesaggio, allora inalterato, e diventato poi, dal fiume Tordino al torrente Borsacchio, una Riserva naturale.
E sono stati spesso ricordati da scrittori, registi e artisti. Tra i primi la giornalista napoletana Beatrice Testa, che durante la fanciullezza aveva frequentato la casa dei nonni, lo stupendo villino Grue, ornato dall’arte castellana, e devastato in seguito dal cemento come altre ville patrizie.
Nel 1929 pubblicò “L’Abruzzo nel mio cuore”, arricchito da 40 xilografie originali dell’artista Carlo D’Aloisio da Vasto, e dedicò gli ultimi due capitoli ai ricordi rosetani. Mi è sembrato quindi opportuno, essendo il libro ormai introvabile, trascrivere alcune delle tante bellissime frasi: “Rosburgo: …presso la riva del mare, un piccolo gruppo di capanne basse e tenebrose, impastate di creta e di paglia, con le finestre opache e piene di sonno, con gli usci sconnessi e cigolanti, così piccini che, per varcarli, bisognava piegarsi in due. E queste capanne, che nel dialetto del luogo si chiamavano pinciare parevano, viste dall’alto, tante pecorelle dolci e brune, che si fossero messe a brucar l’erba, ai piedi della collina gialla di tufo, e che poi si fossero addormentate alla nenia lenta e maliosa del mare. Chi potrebbe dire come le pinciare scomparvero?
Certo esse caddero ad una ad una docili e rassegnate e s’elevarono al loro posto innumerevoli villini umili e fastosi, bianchi e colorati; ma tutti, dal primo all’ultimo, ebbero alle porte un ciuffo di rose o un albero di oleandri vermigli…
Rosburgo, che è forse la più giovane tra le spiagge dell’Adriatico abruzzese, ha quello che molte città più grandi e più celebri non hanno: un artista che l’ama e l’esalta nella bellezza e nella poesia del colore, Pasquale Celommi, pittore dalla rude e delicata anima, in cui la fierezza del nativo Abruzzo e la soavità dell’arte si compongono in squisita armonia...Ma Pasquale Celommi adora il mare in tutti i momenti della giornata, in tutte le sfumature delle tinte e delle trasparenze, in tutta la forte e profonda poesia del suo insonne e perpetuo ondeggiare. La luce che gioca tra i flutti su la riva, lo rapisce ed egli s’indugia a renderne tutta la grazia leggera.
Così in Pesca abbondante il sole che sorge lontano, tra acqua e cielo, ferisce orizzontalmente il mare fino alla sponda, fin dove un velo sottilissimo d’acqua translucente si distende e palpita su la sabbia d’oro, che si scorge in trasparenza, non liscia e compatta, ma appena ondulata dal ritmico, alterno movimento dei flutti. E di sole avvampano le vele purpuree mezzo ammainate e i visi delle donne e le collane di oro. In cielo passano tutte le divine sfumature dell’alba. La pesca della sciabica è invece tutta penetrata della inesprimibile malinconia del crepuscolo adriatico che è così lungo e dolce e quieto su lo sconfinato deserto del mare senza terra né vela…”
“Roseto d’Abruzzo: Ti sei vestito di grigio e di vento per venirmi incontro stamane, o mare strano e bellissimo, che sorridesti ai sogni della mia puerizia lontana… Ed ad una ad una sono passate davanti ai miei occhi velati le piccole bianche stazioni adriatiche dai nomi così dolci ogni volta al venire ma così tristi al partire, Montesilvano, Silvi, Atri… Mi affaccio dal finestrino. Il vento autunnale mi getta in viso rabbiosamente nubi di fumo e odore di carbone. Ma non importa... Vento, fumo, polvere, lacrime, palpiti disordinati del cuore. Sul mare, in fondo in fondo, scivolano le tue paranze, Rosburgo. Se si accostassero un poco, io ne riconoscerei le vele ad una ad una: il Sacramento, la Mezzaluna, la Stella… Adesso le vele cominciano ad avvicinarsi alla riva. Quante volte le vedemmo tornare così, gonfie di vento e lente, trascinandosi dietro, nel tremolare dell’acqua, il riflesso dei fiammeggianti colori? Spuntavano ad una ad una di dietro lo spigolo della villa accanto. Sarà la gialla? Sarà la rossa? Quella col sole? Quella con la Madonna?...
E la processione fastosa e solenne empiva tutta l’azzurra distesa del mare ondeggiante. Qua la raggiera di un ostensorio, là il profilo d’un fantastico mostro, più vicino, proprio su la sponda…
Poi d’un tratto, un fischio, un rombo, un sussulto. Il treno, piccino e veloce nella lontananza, girava sul ponte Vomano…
E Rosburgo non è più Rosburgo. Su la rovina dei vecchi uomini e delle vecchie case è tutta una nuova fiorita. Così, morto Pasquale Celommi, il pittore delle belle marine, un giovane artista, Giuseppe Di Blasio, seguendo le orme profonde e gloriose di Basilio Cascella da Pescara, attende ad ornare il paese di belle ceramiche. E noi… non siamo più quelli di allora.
ll tempo è passato… Per noi la parentesi è forse chiusa per sempre. Rosburgo si chiama Roseto. Passano gli anni e non ci si viene. O ci si passa senza fermarsi col treno che corre e con gli occhi che bruciano. Perché quello che è stato non è. Perché la vita non è più qui ma altrove, lontano; e se volessimo, domani, veramente ritrovare l’Abruzzo, quello dolce, forte e bellissimo, che mise i suoi limpidi cieli d’aurora e di tramonto, le sue montagne impassibili e le sue sconfinate marine intorno al primo fiorire della nostra giovinezza, dovremmo forse guardarci soprattutto nel cuore…”.
Parecchi anni dopo, nel 1957, testimone della nostra marineria è stato il bel film “Noi dell’oceano” (ideato da Giorgio Ferroni, regista Giovanni Roccardi, voce fuori campo di Vittorio G. Rossi, scrittore e navigatore). Girato da una troupe imbarcata sulla Genepesca 1^ per documentare la pesca del merluzzo nel Nord Atlantico, e uscito nelle sale con il titolo “L’Oceano ci chiama”, immortalò tanti pescatori rosetani costretti ad emigrare quando i modesti ricavi non riuscivano a coprire nemmeno le spese. Riguardo poi agli imbarchi sulle navi, i nostri marinai sono stati di esempio in pace e in guerra, ed hanno sempre dimostrato la loro operosità e la loro abnegazione.
Sullo stesso tema, il monumento in bronzo ai “Caduti del Mare”, scolpito nel 1998 dall’amico prof. Daniele Guerrieri, pittore e scultore originario di Castelli, che vive a Roseto da molti anni, vuole perpetuare la memoria di tanti nostri avi che nel mare hanno sacrificato la loro esistenza.
Successivamente, quando quell’unico ricordo della nostra tradizione marinara venne letteralmente rimosso, ritenni doveroso, in quanto figlio di marinaio decorato a seguito di affondamenti e naufragi, scrivere un articolo, “L’esproprio della Memoria”, pubblicato sul n° 3/4 2005 di Piccola Città. E voglio riportarlo qui di seguito affinchè nessuno possa dire di non sapere:
“C’era una volta un monumento dedicato ai Caduti del Mare, lì davanti al pontile, e l’artista che lo aveva realizzato era riuscito a dargli il dono della parola. Raccontava, il monumento, il nostro passato e parlava di naufragi e di lutti, di madri e di vedove vestite sempre di nero, di orfani che ancora imberbi ripercorrevano la strada dei padri, di lontananza dagli affetti quando la penuria del pescato costringeva ad emigrare presso altri mari, di famiglie povere e nel contempo dignitose ed oneste,... Con malcelata commozione ripeteva ogni volta la storia dell’emblema della marineria rosetana, il mitico Titone che sfidava da solo il mare, e di quando il mare, per averlo alla sua corte, architettò la tempesta perfetta e si scatenarono tutti gli elementi.
E continuava facendo rivivere lo scenario della folla assiepata sulla spiaggia a contare le vele, che come farfalle impaurite vagavano tra le onde impazzite.
Purtroppo, l’anno scorso, qualcuno dell’Amministrazione comunale ha avuto l’infelice idea di intitolare ai Caduti delle Forze dell’Ordine quella piazza in cui il monumento rappresentava un segno tangibile di identità e di appartenenza. Certo anche loro avevano il diritto di essere ricordati, ma si poteva e si doveva trovare un sito diverso, scelto anch’esso per onorare degnamente il sacrificio della vita nell’adempimento del proprio dovere. Naturalmente il tapino non sapeva nulla di toponomastica. Non sapeva nemmeno che la dedica ai Caduti del Mare era considerata da tutti i rosetani il toponimo del luogo, e quindi quel cimelio doveva essere rispettato in quanto testimonianza inconfutabile delle radici e delle vicende accadute.
Tanto per fare un esempio calzante, sarebbe altrettanto disdicevole intitolare a Giuseppe Garibaldi una piazza con al centro la statua di Giuseppe Mazzini (e ritengo che in nessun paese del mondo possa succedere un fatto del genere). Da quel giorno il monumento non ha più parlato, e tocca adesso ai discendenti della gente di mare, che hanno nel loro DNA tracce di acqua salmastra, ricordare e raccontare la storia di Roseto, comprensiva di questo capitolo, in modo da non farne mai perdere la memoria.
E’ pur vero che il Salvatore disse: Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno, ma perdonare non significa affatto dimenticare, altrimenti il futuro del nostro paese, espropriato del suo passato, sarà soltanto un anonimo futuro”.

sabato 15 maggio 2010

I disastri petroliferi passati, in corso ed annunciati




La catastrofe petrolifera causata dalla British Petroleum il 20 aprile 2010, che sta seminando il panico negli stati americani che si affacciano al Golfo del Messico ed alla Florida Keys, le isole immortalate da Ernest Hemingway, non è certamente un avvenimento senza precedenti, unico e irripetibile, come vogliono farci credere.

Non siamo smemorati e ricordiamo bene i 130 miliardi di litri di petrolio finiti nel Golfo Persico nel 1991, i 50 milioni di litri che nel 1989 andarono a depositarsi lungo le coste vergini della Baia di Prince William in Alaska (famosa per la sua bellezza), i 500 milioni di litri finiti nel 1979 nella Baia di Campeche in Messico e, tanto per restare in tema, nell’esplosione di una raffineria della stessa BP in Texas, il 23 marzo 2005, vi furono 15 morti ed oltre cento feriti.

E mentre negli Stati Uniti sono sotto accusa tutti i parlamentari che hanno incoraggiato le attività di trivellazioni, ricevendo in cambio, dalla British Petroleum, laute donazioni per le campagne elettorali pari a 16 milioni di dollari nel solo 2009, sembra proprio, qui da noi, che nemmeno l’affondamento della Deepwater Horizon e la morte di 11 operai abbiano fermato le richieste dell’Assomineraria ed i procedimenti del Dicastero dello Sviluppo Economico.

Nell’ultimo Bollettino ministeriale pubblicato il 5 maggio, si legge infatti che per quanto riguarda le cinque istanze di ricerca e coltivazione petrolifera, che coprono gran parte della Provincia di Teramo e sono state denominate: Cipressi, Colle dei nidi, Corropoli, Villa Carbone e Villa Mazzarosa, l’iter prosegue regolarmente e celermente.

I dati aggiornati ci illustrano che l’istanza Corropoli, la quale interessa Cologna Spiaggia e la parte nord della Riserva naturale Borsacchio e di Cologna Paese, dopo la presentazione al Ministero avvenuta il 1° ottobre 2004, ed il conseguente parere favorevole, ha fatto adesso un bel passo avanti in quanto, proprio alcuni giorni fa, il 23 aprile 2010, si è svolta la 5^ Conferenza dei Servizi, che segue le precedenti datate 22.9.2008, 8.6.2007, 20.4.2007 e 20.2.2007.

Per quanto concerne l’istanza Villa Mazzarosa, presentata il 31 marzo 2006, che interessa un area di 13,4 Kmq., dal confine sud di Cologna Spiaggia fino a Scerne di Pineto, il Ministero, dopo aver comunicato alla Regione Abruzzo, in data 18 ottobre 2007, il parere favorevole del Comitato Tecnico per gli Idrocarburi e la Geotermia, ha scritto nuovamente il 12 febbraio 2010 per comunicare la ripresa del procedimento. E si attende la convocazione della Conferenza dei Servizi.

Purtroppo, su ciò che bolle veramente in pentola e sulle deliberazioni delle Conferenze dei Servizi, maturate nelle segrete stanze, le varie Istituzioni (Comune, Provincia e Regione), più volte chiamate in causa dalle Associazioni ambientaliste, non hanno mai risposto.

Eppure, nel territorio comunale, ci sono tanti amministratori pubblici e politici di medio ed alto livello che sull’argomento, in tutti questi anni, non hanno sentito nemmeno il dovere di informarci!

Aggiungendo anche le piattaforme, che nella cartina del Ministero coprono tutti gli spazi antistanti la costa rosetana, mi sembra doveroso chiedere a questi nostri rappresentanti: che avete fatto finora, concretamente, per scongiurare l’incombente deriva petrolifera?

Siccome i danni ambientali si pagano poi con la distruzione dell’economia e con la salute umana, che ne sarà dei nostri figli e nipoti che rischiano di vivere in un ambiente devastato e privato delle principali risorse naturali: la pesca, il turismo e l’agricoltura con i suoi prodotti d.o.c.?

E proprio l’altro ieri il senatore Maria Cantwell ha chiesto alla British Petroleum: “Rimborserete i pescatori? Gli enti locali? L’industria del turismo?”. “Solo le richieste legittime”, ha risposto Lamar McKay, presidente della BP. Ed alla successiva domanda: “Cos’è una richiesta legittima?”, non c’è stata alcuna risposta.

Franco Sbrolla

martedì 4 maggio 2010

PRG PARTITO DEMOCRATICO CONTESTATO DAI CITTADINI E DA TUTTE LE FORZE POLITCHE




L'amministrazione è stata letteralmente travolta dalle critiche durante l'ultima serata di presentazione del futuro piano regolatore di Roseto.

La sala era gremita di cittadini e la sala polifunzionale del museo di Montepagano si è dimostrata inadeguata ad accogliere una folla così numerosa.
Gli animi sono stati subito accesi grazie alla consueta manifestazione della Federazione Della Sinistra che ha esposto le cartine integrali del nuovo PRG di Roseto ben prima dell'arrivo dei tecnici dell'amministrazione informando i numerosi cittadini ,con l'aiuto di tecnici indipendenti, consentendo loro una corretta valutazione dell'operato dei nostri amministratori.
Non sono mancate le solite “bandierine dei dubbi” ovvero le ormai numerose segnalazioni,da parte dei cittadini,sia delle anomalie procedurali,sia le segnalazioni delle propietà dei nostri amministratori coinvolte dal nuovo PRG, aiutandoci così a far quello che ancora non hanno presentato ovvero le tavole della trasparenza.

Gli interventi dal pubblico hanno travolto il sindaco e l'assessore Frattari che si sono trovati praticamente assediati da critiche da parte dei cittadini.
Sono emerse tutte le debolezze del piano evidenti e palesi sia nei modi di presentazione che nella forma: Strade e quartieri costruite in zone a massimo rischio idrogeologico, ecomostri in riva al mare in stile "Punta Perotti" e in generale immani colate di cemento per far incrementare nel giro di pochissimi anni la popolazione di Roseto del 30% (circa 7000 persone ).

Aumento demografico immane e immotivato ed in perfetto stile "armata brancaleone" basato sulla "logica" (difficile chiamarla tale) del "costruiamo le case poi qualcuno verrà" .......
la mancanza assoluta di strutture adeguate e l'assoluta mancanza di una progettualità per il futuro per incrementare l'occupazione,creare strutture scolastiche,infrastrutture,l'assenza di un piano per il rilancio di un turismo in crollo ecc ecc.
Chi desidera comprare una casa in una città senza lavoro,scuole per i figli,strutture sanitarie per i familiari? La risposta è stata già data da comuni che hanno percorso prima di Roseto questa via ovvero sono case appetibili per malavita e prostitute.

L'amministrazione monocolore PD è uscita dall'assemblea ancora più isolata ed in crisi di consensi fra i cittadini .
Riuscendo a far ciò che mai nessuno prima di loro era riuscito a fare,ovvero unire cittadini di destra e sinistra e tutti i partiti,dalla destra estrema alla sinistra radicale,in un coro assolutamente critico e contrario al nuovo PRG che ormai sembra di giorno in giorno sempre più frutto del “partito del mattone” .
Il Partito Democratico di Roseto ormai è solo senza nessun alleato e purtroppo continua a rimanere sordo agli appelli ,muto in fase propositiva e cieco nella visione del futuro della nostra città.
Citando un famoso brano di Nanni Moretti invitiamo Il Partito Democratico di Roseto a “ dire qualcosa di sinistra …qualcosa anche non di sinistra...di civiltà...dici una cosa...di qualcosa”.

Roseto e l’interminabile storia della Riserva naturale Borsacchio



Capitolo 3: Da Le Quote e Rosburgo a Roseto ed alla salvaguardia delle bellezze naturali
In quel periodo, (1857 – 1927), come ben documentato dallo storico rosetano Raffaele D’Ilario (1903 – 1985), avvennero alcuni fatti importanti che cambiarono la fisionomia della sottostante Marina di Montepagano:
- 30 luglio 1857, la Chiesa Ricettizia del capoluogo, che possedeva un’area sulla costa, formulò un progetto per edificarvi un nuovo borgo;
- 22 maggio 1860, il fondo in questione fu suddiviso in 12 quote, assegnate ad altrettante famiglie, e l’aggregato residenziale venne chiamato Le Quote, da cui derivò il soprannome di “cutaruli”;
- 22 maggio 1887, con decreto del Re d’Italia Umberto I°, Le Quote cambiarono denominazione in Rosburgo (Borgo delle Rose);
- 3 aprile 1924, il regio decreto n. 604 decise il trasferimento della sede municipale da Montepagano alla frazione Rosburgo;
- 14 giugno 1926, l’on.le Giacomo Acerbo, vicepresidente della Camera dei Deputati, comunicò che Benito Mussolini gli aveva indicato “il nome italianissimo di Roseto degli Abruzzi che il Comune doveva assumere per sostituire quello teutonico di Rosburgo”;
- 20 febbraio 1927, Vittorio Emanuele III, su proposta del Capo del Governo, decretò che il Comune di Montepagano era autorizzato a mutare la propria denominazione in quella di Roseto degli Abruzzi, rimanendo invariato il nome della frazione Montepagano.
Sopraggiunta la seconda guerra mondiale, che portò fame, bombardamenti, lutti e sfollamento verso i paesi collinari, anche la villa Mazzarosa, la Cantina ed il parco a mare vennero occupati dalle truppe tedesche, responsabili di moltissimi danni e della sparizione di gran parte delle botti (barriques) della barricaia, locale destinato all’invecchiamento dei vini.
Dopo la liberazione di Roseto, avvenuta il 13 giugno 1944, un distaccamento polacco occupò la villa, che diventò l’alloggio degli ufficiali, ed il parco, dove furono mimetizzate le tende dei soldati.
Comandava il presidio una donna col grado di capitano. Una donna in guerra, ma sempre donna. Perché quando faceva i giri d’ispezione si accompagnava, mano nella mano, ad una piccola rosetana, che allora aveva sei anni, ed oggi ricorda ancora quel rapporto affettuoso.
Finita la guerra, tutto tornò, pian piano, come prima. E lungo la spiaggia della Marina di Montepagano ricominciò l’abituale passaggio delle greggi (la transumanza), all’inizio dell’autunno e durante la primavera. In quelle occasioni i pastori della montagna teramana, venendo a contatto con agricoltori e pescatori locali, avevano la possibilità di barattare latte e formaggi con prodotti della terra e della pesca.
I rapporti tra contadini e pescatori non erano però molto socievoli, in quanto i marinai, prima di andare a pesca, avevano l’abitudine di rifornirsi di frutta, specie l’uva, facendo qualche rapida incursione notturna in quelle campagne poste ai margini del litorale.
Toccava allora agli agricoltori chiudere un occhio, e spesso tutti e due, anche perché quei lavoretti, fatti a regola d’arte, non procuravano danni alle colture.
Di quel dopoguerra i rosetani custodiscono ancora, gelosamente, tante immagini, grazie agli scatti di un fotografo d’eccezione, Italo del Governatore, che aveva Roseto nel cuore. E quei favolosi anni non moriranno finchè ci sarà qualcosa o qualcuno a ricordarli.
Le attrattive dello stupendo paesaggio a nord del torrente Borsacchio non potevano, però, continuare ad essere ammirate solo dai pochi abitudinari che ardivano immergersi nel silenzio e nella natura inalterata. Raccontavano inoltre, i novelli esploratori, di aver provato sensazioni così piacevoli da indurli a riconsiderare ed a minimizzare le varie angustie della vita.
In conseguenza di quel misterioso elisir, che attirava ormai sempre più turisti nel periodo estivo, il 27 marzo 1963, su delibera della Commissione provinciale di Teramo per la protezione delle bellezze naturali, veniva emanata la Dichiarazione di notevole interesse pubblico della fascia costiera da Cologna Spiaggia a Roseto degli Abruzzi.
Nello stesso decreto, pubblicato sulla G. U. n. 98 dell’11 aprile 1963, il Ministro per la Pubblica Istruzione, di concerto col Ministro per la Marina Mercantile, riconosceva, ai sensi della legge 29 giugno 1939 n. 1497, “che la zona predetta ha notevole interesse pubblico perché, costituita da lussureggianti boschetti di pioppi, pini ed altre essenze, con alberi che arrivano in alcuni punti a pochi metri dalla linea della battigia, forma numerosi punti di belvedere aperti al pubblico, a chi percorre la strada statale n. 16 Adriatica o la ferrovia, dai quali possono godersi meravigliosi e talora estesissimi panorami sul mare, sugli arenili e sui frastagliati profili costieri, così da offrire inoltre un susseguirsi di incantevoli quadri naturali”.
In data 25 ottobre 1969, un nuovo Decreto estendeva fino alla collina il vincolo già imposto, riconoscendo che le due zone, fascia costiera e parte collinare, “formano un complesso di punti di belvedere pubblici e di quadri naturali di incomparabile bellezza, interdipendenti fra loro per il concorrere degli stessi punti di vista: dal mare e dalle strade in pianura verso i colli e le alture dell’interno, dalla strada statale e dalla ferrovia verso il mare e le alture suddette e infine da queste ultime e dai loro molti versanti verso la pianura, il mare e il vario andamento della costa e della spiaggia. Tutto concorrente a formare un eccezionale insieme di bellezze panoramiche”.
Pertanto, il Ministro per la Pubblica Istruzione, di concerto col Ministro per il Turismo e lo Spettacolo, decretava l’ampliamento del vincolo, e lo stesso Decreto veniva pubblicato sulla G. U. n. 291 del 18 novembre 1969.
La presenza di una sensibilità così espressiva, forse mai riportata in altri contesti giuridico-ministeriali, ci fa comprendere che solo il fascino di quell’area poteva riuscire a trasformare l’abituale frasario burocratico in una ben distribuita composizione di versi poetici.
Come però si constaterà, amaramente, nel prosieguo della storia, l’illusione di poter contare sulla salvaguardia del lembo residuo della Marina di Montepagano, secondo il dettato dell’articolo 9 della Costituzione, è svanita in questo inizio di terzo millennio.
A dare il colpo di grazia sono stati la connivenza degli Enti locali ed il facile accesso ai ricorrenti condoni e sanatorie, che, per gli studiosi del Diritto, sono veri e propri espedienti anticostituzionali, concepiti dalle Istituzioni per favorire l’interesse dei singoli privati, anziché quello, preminente, della collettività.
Per rendersi conto dell’involuzione rispetto al passato, basta ricordare che già nell’Ottocento, ereditata dalle antiche dinastie e repubbliche, la sovranità popolare si esercitava anche sul patrimonio paesaggistico. E comportava, da un lato, il suo massimo e generalizzato godimento, e, dall’altro, la responsabilità, da tutti condivisa, di preservarlo per le future generazioni.
Inoltre, severe regole urbanistiche subordinavano la libertà di edificare a norme di pubblica utilità.
Sull’attuale tema della incessante e vergognosa distruzione della natura, non contrastata efficacemente dalla Giustizia umana, anche la Bibbia era stata chiara fin dalle sue prime pagine: “Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse” (Genesi, 2:15).
Sulla stessa lunghezza d’onda, i Delegati delle Chiese cristiane, riuniti nell’Assemblea Ecumenica di Basilea 1989, vollero riportare, nel Documento Finale, il seguente monito equiparabile ad un Comandamento divino: “Le Chiese considerino uno scandalo ed un crimine il danno irreversibile che continua ad essere perpetrato ai danni dell’ambiente…”.
Perché l’ambiente è il Creato, e riflette la magnificenza e l’immensità del Creatore.

giovedì 22 aprile 2010

A Roseto la deriva petrolifera

A Roseto la deriva petrolifera

In data 12 febbraio 2010, il Ministero dello Sviluppo Economico ha scritto una lettera alla Regione Abruzzo per comunicare la ripresa del procedimento denominato Villa Mazzarosa, senza nemmeno attendere la pronuncia della Corte Costituzionale, dopo che il Governo ha impugnato anche la seconda legge regionale anti-petrolio.

Prossima tappa la convocazione della Conferenza dei Servizi e poi è previsto il Decreto di Conferimento del permesso di ricerca di idrocarburi alla società Medoil Gas Italia, titolare del medesimo progetto.

L’area interessata dalle ricerche e coltivazioni petrolifere, pari a 13,4 Kmq., inizia dal confine sud di Cologna Spiaggia, attraversa buona parte della Riserva naturale Borsacchio e del territorio rosetano, e termina a Scerne di Pineto. In larghezza si estende dalla battigia fino alla collina.

L’iter procedurale è stato il seguente: 31.3.2006 presentazione dell’istanza, 9.5.2006 avvio del procedimento, 13.12.2006 esame e parere favorevole da parte del Comitato per gli Idrocarburi e la Geotermia, 18.10.2007 comunicazione alla Regione Abruzzo ed al Ministero dell’Ambiente del parere favorevole e del programma di lavoro espresso dal Comitato, 31.3.2009 sospensione dell’attività istruttoria fino al 31 dicembre 2009, 12.2.2010 comunicazione alla Regione Abruzzo della ripresa del programma di lavoro.

Il procedimento denominato Corropoli interessa invece Cologna Spiaggia, e la parte nord della Riserva Borsacchio e di Cologna Paese. Ha un’estensione di 173,2 Kmq., di cui 20,66 Kmq. nelle Marche e 151,64 Kmq. nei Comuni di Alba Adriatica, Colonnella, Controguerra, Corropoli, Giulianova, Martinsicuro, Mosciano Sant’Angelo, Nereto, Notaresco, Roseto degli Abruzzi, Sant’Omero e Tortoreto.

Il progetto, di cui è titolare la società JKX Italia, è stato presentato il 1° ottobre 2004 e venerdì, 23 aprile 2010, ci sarà la Conferenza dei Servizi, e le conseguenti determinazioni si sostituiranno alle autorizzazioni finali degli usuali procedimenti amministrativi.

Per quanto concerne il Decreto di Conferimento, l’unica nota positiva è contenuta nell’art. 7 della normativa, dove è riportato che, all’interno delle aree protette, l’inizio delle operazioni di ricerca sarà subordinato al rilascio del preventivo nulla osta da parte dell’organismo preposto alla gestione dell’area protetta interessata.

Ne discende che l’Organo di Gestione della Riserva naturale Borsacchio, al fine di salvaguardare le tante peculiarità naturalistiche e paesaggistiche, potrà negare il nulla osta ai progetti Villa Mazzarosa e Corropoli, e potrà inoltre dettare condizioni tali da indurre le società permissionarie a rinunciare, in tutto o in parte, alle loro istanze.

Purtroppo, l’Organo di Gestione della Riserva naturale Borsacchio, che doveva essere nominato entro il termine di 90 giorni dalla data di entrata in vigore della Legge Regionale n. 6 dell’ 8 febbraio 2005, non è stato ancora costituito, grazie al boicottaggio del Comune di Roseto e della Provincia di Teramo.

Ma i nostri Amministratori conoscono almeno le intenzioni della Medoil Gas Italia e della JKX Italia, e le strategie dell’Assomineraria? Evidentemente non le conoscono, ed allora voglio precisare che la Medoil Gas Italia fa parte del gruppo Mediterrean Oil & Gas, quotato alla Borsa di Londra, che, guarda caso, il 27 febbraio 2008 ha acquistato anche la JKX Italia, titolare del progetto Corropoli. Non è quindi un Ente di beneficenza e, dopo aver investito, il fine è quello di fare business per distribuire sostanziosi dividendi agli azionisti.

Per quanto concerne le strategie delle società che ricercano e lavorano gli idrocarburi, posso essere ancor più preciso in quanto ho avuto modo di studiare attentamente i resoconti dell’Assemblea generale dell’Assomineraria, svoltasi a Frascati (Roma) il 30 marzo u.s.

In sintesi, secondo l’Assomineraria, “L’Italia è un paese petrolifero e non lo sa”, “sono state identificate 57 progetti cantierabili che darebbero lavoro a 34.000 addetti per la sola costruzione degli impianti”, “è dunque necessario introdurre misure che semplifichino le procedure autorizzative”. Inoltre, dall’analisi svolta dalla Nomisma Energia, e riportata in Assemblea, si rileva che l’Abruzzo e l’Emilia Romagna sono le regioni che potrebbero consentire la maggiore concentrazione di distretti petroliferi.

Naturalmente, l’Associazione dei petrolieri non fa alcun riferimento alla deriva petrolifera che provocherebbe la perdita di milioni di posti di lavoro esistenti nelle 57 aree cantierabili e zone limitrofe!

Stando così le cose, vorrei rivolgere le seguenti domande all’Amministrazione regionale, all’Amministrazione provinciale di Teramo ed all’Amministrazione comunale di Roseto, che hanno brillato solo per l’inerzia e l’assoluto silenzio, sia sui progetti Villa Mazzarosa e Corropoli e sia sui progetti Cipressi, Colle dei Nidi e Villa Carbone che interessano il rimanente territorio della nostra provincia:

Che fine farà la nostra pesca in un mare inquinato dalle concessioni petrolifere che, nella cartina ministeriale, occupano tutto lo spazio antistante la costa teramana?

Che ne sarà della nostra industria turistica quando i flussi turistici sceglieranno località lontane dalle trivelle in terraferma e dalle piattaforme in mare?

Che succederà alla nostra agricoltura quando i prodotti d.o.c. diventeranno d.o.p., di origine petrolifera?

Quale sarà il tasso di scadimento della decantata qualità della vita, a causa delle ricadute negative ben documentate nel video “Viaggio nei Paesi dell’Ormai” che ha fatto il giro dell’ Abruzzo?

Può darsi che il disastro ambientale procurato in Basilicata, dove i 47 pozzi attivi in Val d’Agri stanno distruggendo le economie locali e la salute dei cittadini, non insegni nulla alle Istituzioni abruzzesi?

La comunità rosetana e quella teramana attendono adesso risposte adeguate e fatti concreti.

Perché la posta in gioco non riguarda soltanto il nostro futuro, ma anche quello dei nostri figli, dei nostri nipoti e delle generazioni che verranno.

Franco Sbrolla

domenica 18 aprile 2010

Il Piano Regolatore e le sue debolezze

MANIFESTAZIONE IN PIAZZA DELLA FEDERAZIONE DELLA SINISTRA DEL 18 APRILE : UN SUCCESSO

Nella mattinata di Domenica si è svolta una manifestazione in piazza della Libertà a Roseto.
Organizzata dalla Federazione della Sinistra,dal consigliere comunale Emidio Braca e da un gruppo di cittadini costituitosi in un comitato cittadino, la manifestazione ha finalmente portato all'attenzione dei cittadini il Nuovo Piano Regolatore.
Fin dalla prima mattina le tavole del PRG sono state affisse su speciali cavalletti e i Rosetani si sono ben presto accalcati per vedere cosa prevedeva il piano sia in generale che nel particolare delle zone che interessavano i singoli cittadini.
Per la prima volta i cittadini hanno potuto visionare il futuro che una élite dell'amministrazione ha deciso per loro, per le proprie proprietà e,sopratutto, per il futuro della nostra Cittadina.
I Rosetani hanno risposto numerosi e incuriositi hanno tempestato i tecnici presenti con domande per avere spiegazioni e riuscire così a leggere e valutare direttamente il PRG.
Elemento importantissimo è stato l'apporto di cittadini e uomini politici, di destra e sinistra, che hanno segnalato le proprietà dei nostri amministratori (ovviamente verificheremo attentamente queste segnalazioni) e come verranno influenzate dal loro PRG , elemento vitale visto che ad oggi non sono state presentate le tavole della trasparenza, col dettaglio del coinvolgimento personale dei nostri amministratori nel piano, ed al momento sembra che non siano in programma la compilazione di queste tavole, indispensabili per comprendere se ci sono conflitti di interessi .
Nel complesso i cittadini sono rimasti negativamente sorpresi dalla colata di cemento sulla nostra cittadina e sull'idea di aumentare in pochissimi anni la popolazione del 30% ponendoci le stesse domande che noi stiamo da tempo ed inutilmente rivolgendo alla nostra amministrazione ovvero:
Ma perché 7000 persone devono venire a vivere a Roseto? Dove sono i posti di lavoro? Dove sono le strutture sanitarie? Dove sono le strutture e i pubblici uffici nelle frazioni ? Come si risolve il problema parcheggi? Come si rilancia il turismo?
Nella sostanza Roseto vive molti problemi ed in primo luogo il lavoro e ad oggi i nostri amministratori non hanno realizzato nessun piano per riportare occupazione ed attività a Roseto ne tanto meno un progetto per rilanciare il turismo che da anni manifesta un pesante declino.
L' unica idea manifestata per il futuro di Roseto dal PRG e dalla élite che l'ha ideato è : “Costruire case”... e sperare che qualcuno venga a comprare casa in una città dove manca lavoro per i giovani e non, servizi per i cittadini e dove il turismo è in netto declino.
Visto il successo e le non mantenute promesse dell'amministrazione di portare all'attenzione dei cittadini il piano , replicheremo l'iniziativa ogni domenica mattina in Piazza Della Libertà a Roseto esponendo il nuovo PRG ed aiutando i cittadini a comprenderlo, facendoli così partecipare realmente alla costruzione del futuro della nostra città che ad oggi per noi e per i rosetani deve essere salvato dalla speculazione edilizia e dal partito del mattone.
C'è chi parla di partecipazione con i cittadini e c'è chi vive e partecipa realmente in piazza con la cittadinanza, noi abbiamo da tempo scelto la seconda strada ed ogni Domenica saremo in strada a dimostrarlo.


Marco Borgatti Portavoce Federazione Della Sinistra

domenica 11 aprile 2010

Il PCL fortemente critico sulla bozza di PRG presentata dal Partito Democratico

IL Partito Comunista dei Lavoratori sulla "bozza" di Piano Regolatore






Dopo più di dieci anni di gestazione e praticamente alle soglie della prossima consultazione elettorale, l’Amministrazione a guida PD (si fa per dire, perché, guardando il prg sorge legittimo il dubbio su chi effettivamente guidi) tira fuori dal cassetto una bozza di prg redatta sulla base di un Piano strutturale strategico redatto qualche anno fa e, considerati gli avvenimenti e gli scovolgimenti tanto dell’economia quanto del quadro politico nazionale, decisamente inattuale oltre che infondato. Così come lo stesso prg presentato in bozza.

Inattuale perché di fronte alla crisi dell’occupazione prefigura un ulteriore ciclo di speculazioni edilizie, quindi di arricchimento “gratuito” a pochi palazzinari - si possono contare sulle dita di una mano-, anziché dirigere la “sviluppo” verso processi di ridistribuzione dei redditi e, conseguentemente, di ripresa dei consumi.

Inattuale perché punterebbe ad una crescita urbana e ad ulteriori consumi di territorio in un momento in cui la crisi ambientale assume drammaticità planetaria ed indica la necessità di mettere in atto strategie di decrescita e di tutela del territorio non antropizzato.

Inattuale perché, pur di fronte all’arroganza politica con cui i poteri economici ed imprenditoriali stanno imponendo un drastico ridimensionamento dei diritti e delle facoltà dei lavoratori, dei consumatori, dei cittadini, finanche delle forze politiche di opposizione, prefigura agevolazioni all’accumulo di capitali ingenti e, di conseguenza, alla crescita di poteri che nulla avrebbero a che fare con i lavoratori se non perseguissero un loro sempre più feroce sfruttamento. Con la complicità e la partecipazione istituzionale, s’intende, di quei poteri finanziarii che nella speculazione, piuttosto che nella produzione, trovano alimento per l’accumulazione di ricchezze ingenti interamente sottratte al controllo sociale
( non è una novità quanto denaro “in nero” nelle transazioni immobiliari ).
Inattuale perché, malgrado le istanze provenienti da operatori e cittadini, non è in grado di configurare quell’adattamento al turismo di cui si dice essere fra le risorse più importanti del territorio rosetano. Come interpretare, diversamente, la preponderanza di peso che il prg dà alll’edilizia abitativa?
A meno che l’Amministrazione non intenda, per incentivazione del turismo, l’aumento del numero delle camere da affittare, e questo, per la verità, potrebbe essere in un paese che non ha ambienti per mostre d’arte o per custodire degnamente - non diremo proteggere, poi - le opere di Pasquale Celommi e che chiede il pagamento di ticket per l’uso di una sala per conferenze mentre favorisce l’evasione fiscale di qualche amico.
Inattuale, infine perché non tiene conto di come oggi il sistema delle comunicazioni e delle informazioni possa rendere immediatamente visibili ai cittadini il fatto che il prg premierebbe sopratutto i soliti noti e che la manovra della presentazione ad un anno dalle elezioni per il rinnovo del consiglio comunale –dopo più di dieci anni di occultamenti ed omissioni- non allude ad altro che all’apertura di un mercato dove le aree si possano scambiare con i voti. Niente di originale neanche in questo, peraltro, chè abbiamo già visto lo stesso film.
Potremmo, per questo, anche consolarci pensando che questa Amministrazione non abbia serie intenzioni di varare quel prg, ma resta l’amarezza per una politica ridotta al mal-affare e per l’attacco subdolo che questa Amministrazione, che si dice democratica, porta agli interessi di cittadini e lavoratori.
Ma l’aspetto grave, anche sotto il profilo della correttezza istituzionale, è che la bozza di piano non è suffragata da dati certi sulla previsione demografica né sulla consistenza del patrimonio edilizio esistente.

In questo sta la sua infondatezza essenziale.

Nella presentazione della bozza ai tecnici di Roseto degli Abruzzi, il redattore arch. Nigro, pressato da qualche domanda nel merito, ha detto che la previsione di incremento demografico, cinquemila abitanti - pari a circa il 18 % della popolazione attuale - sarebbe il portato di una accresciuta “appetibilità” del vivere a Roseto per i vantaggi di servizi e piacevolezze varie messi in atto con la esecuzione del piano. Come dire che il piano troverebbe al proprio interno la propria fondazione, la propria ragion d’essere: una tautologia fatta realtà.
Una previsione di immigrazione interna con accentuazione dello squilibrio territoriale che già penalizza le aree dell’entroterra sarebbe, peraltro, un bell’autogol per un pianificatore di prestigio.
Noi gli diamo grazia, oggi, di un errore così vistoso e crediamo che abbia voluto semplicemente occultare una scelta di speculazione per la speculazione.
L’unico fatto certo, a riguardo della situazione demografica in atto, è che le scuole materne ed elementari perdono iscritti.
Vorremmo, invece, un piano che fermi l’aggressione alle aree libere che salvaguardasse il territorio, che consentisse di produrre lavoro ed occupazione attraverso la riqualificazione del patrimonio esistente e , per quanto possibile, al riparo dalla produzione di rendite speculative, che limitasse i nuovi interventi ai completamenti di zone dequalificate con servizi e residenze di edilizia popolare e convenzionata, che riodinasse ed integrasse i servizi e le strutture funzionali allo sviluppo turistico anche includendo nelle aree di pregio, dopo anni di insulsi ottusi ostacoli, la Riserva naturale guidata del Borsacchio, ma soprattutto vorremmo un piano realmente partecipato – perché la partecipazione non è la comunicazione di cose fatte, ma la consultazione preliminare ed in corso d’opera - con l’intervento delle associazioni dei lavoratori, delle forze politiche, dei cittadini, delle associazioni culturali e dei produttori.

Per questo avvieremo una campagna di pubblicizzazione della bozza di piano, di denuncia dei progetti di speculazione e dei soggetti implicati che renda chiaro, ai cittadini tutti, in che modo un’Amministrazione ipocrita e suddita di interessi reazionari tuteli i loro interessi.


Emilio de Grazia, portavoce del Partito comunista dei lavoratori

La Federazione della Sinistra sulla bozza del PRG a Roseto

La bozza del del nuovo Piano Regolatore, realizzato dal prof. Nigro, sembra essere una chiara espressione del cosiddetto "partito del Mattone" .
Seppur presenti dei punti condivisibili il motore propulsivo di tale strumento sembra essere ancora una volta la speculazione edilizia.

In primo luogo dobbiamo evidenziare la previsione di crescita demografica e il conseguente aumento di abitazioni.
La "bozza" prevede, nel giro di pochi anni, un aumento demografico di 7000 persone.
Ricordiamo che negli ultimi 15 anni la popolazione è aumentata considerevolmente, ovvero un di circa 1500 unità.
Ora gli "esperti" prevedono n aumento vicino al 30% della popolazione totale di Roseto in pochi anni.
Ma perchè 7000 persone dovrebbero venire a vivere a Roseto? Dove troveranno lavoro? Dove sono le industrie?Dove sono le infrastrutture e i pubblici servizi per gestire un simile aumento di popolazione?

Come è possibile che una amministrazione decida di aumentare la popolazione senza programmare un piano che porti ciò che manca a Roseto, ovvero il lavoro , case a prezzi accessibili per le giovani coppie, case popolari ,una soluzione per il problema parcheggio,la dislocazione degli uffici pubblici nelle frazioni,il potenziamento del distretto saitario ecc ecc.
Roseto corre il rischio di ripercorrere gli errori urbanistici fatti da città a noi vicine che oggi, per aver aumentato senza criterio il numero di abitazioni,si trovano a dover fronteggiare enormi problemi di prostituzione e criminalità.
Come possono prevedere un simile aumento demografico quando il futuro di Roseto, ovvero i giovani, ogni giorno si chiedono perchè restare a Roseto?
Cosa prevede per il futuro della nostra città la nostra amministrazione oltre al cemento?
Dove sono i piani per portare lavoro e i servizi degni un paese civile di cui ogni cittadino ha diritto?

La bozza realizzata è frutto di un solo gruppo politico cosa di per se già strana,anche per Roseto,visto che perfino il precedente piano regolatore,quello ancora in vigore, è il frutto dello studio e del lavoro di tecnici appartenenti a "culture politiche" diverse che hanno lavorato insieme per individuare il futuro urbano di Roseto.

Troviamo gravissimo la totale mancanza del confronto con la cittadinanza che mai è stata ascoltata, nota molto negativa per una amministrazione di centrosinistra.
Inoltre i tempi per la presentazione del piano,proprio a ridosso delle elezioni comunali, creano molti dubbi morali.
Dubbi che vengono ancora alimentati dalla creazione di un ufficio apposito per accogliere le osservazioni e richieste singolarmente fuggendo dai pubblici incontri proprio a ridosso delle elezioni comunali.
A nostro avviso la partecipazione e la democrazia impongono come prima tappa l'ascolto della cittadinanza e solo dopo realizzare una bozza che vada incontro alle esigenze presentate.

Se ciò sia frutto di una espressa volontà,del caso o di altro non sta a noi giudicarlo ma a ogni singolo cittadino ed alla sua coscienza, a noi spetta solo ricordare ai nostri amministratori che,per chi si definisce di sinistra, far politica significa lavorar per le persone e con le persone.
Nello specifico il Piano presentato ha molti punti che sollevano forti dubbi.
La federazione della Sinistra sta promuovendo incontri con tecnici di tutti gli schieramenti politici (IDV,SEL,Verdi e perfino liberi professionisti e tesserati del PD ),associazioni e liberi cittadini di destra e di sinistra, per valutare attentamente e studiare nello specifico la bozza che verrà 'presentata in consiglio.

Dubbi sorgono sul futuro delle frazioni,dello sviluppo turistico, dell'occupazione, dubbi su una pedecollinare che passa attraverso zone ad elevato rischio idrogeologico e tutta una serie di dubbi che porteremo nello specifico in riunioni pubbliche con i cittadini e prossimamente in piazza,con una manifestazione dove renderemo davvero pubblica la Bozza di Piano esponendo le tavole con indicati tutti i "dubbi" che stanno nascendo da questi incontri annotando tutte le osservazioni che i cittadini avranno da fare elaborando in un secondo momento, con tecnici di rinomata fama ed attendibilità,tutte le soluzioni alle problematiche sollevate portandole in consiglio e lì vedremo chi seguirà gli interessi dei cittadini.