un pensiero al mese


Le religioni che chiamiamo false erano una volta vere.(Ralph Waldo Emerson)



Indipendentemente dalle coalizioni che si andranno a costituire,a quale partito o lista civica darai il tuo voto nelle prossime elezioni amministrative?


domenica 24 ottobre 2010

Federazione della Sinistra ed emergenza rifiuti a Teramo




IL PD IN CONSIGLIO PROVINCIALE APPOGGIA PROPOSTA FdS

Vediamo con piacere che la proposta della Federazione della Sinistra di Roseto di unire tutti i comuni del teramano per risolvere l'emergenza dei rifiuti ha fatto breccia anche nel Pd provinciale.

Nel consiglio provinciale di giovedì Renzo Di Sabatino ha proposto a tutti i consiglieri di federare le 47 municipalità teramane e di mettere il Cirsu a disposizione dell'intero comnprensorio come soluzione auspicabile per contrastare il continuo aumento delle tariffe di smaltimento e trattamento e per salvare le casse del teramano dal tracollo finanziario. Le cifre hanno infatti raggiunto livelli insostenibili. L'Unione dei Comuni è arrivata a pagare sino a 190 euro la tonnellata.

Benchè Di Sabatino abbia parlato dai banchi del Pd, ancora non siamo a conoscenza di una posizione ufficiale da parte del Partito Democratico provinciale sulla questione dei rifiuti. Un silenzio che di fronte all'attuale situazione non può durare oltre. Viste le parole del sindaco di Bellante auspichiamo che la nostra proposta, l'unica capace di scardinare il circolo vizioso che in questi anni si è venuto a creare, entri a far parte in maniera compiuta della piattaforma politica del Pd, e che gli esponenti del partito si spendano effettivamente per la sua realizzazione.

Non è più tempo di aspettare, ed è tempo di mettere da parte gli egoismi e i piccoli interessi di bottega da parte di tutti i consorzi. Invitiamo il Pdl provinciale a non gìoire troppo della situazione del Cirsu, che non è patrimonio esclusivo del Pd ma necessario all'intera provincia, e nel quale lavorano decine e decine di operai.


Marco Borgatti Portavoce Federazione della Sinistra Roseto
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Questa la proposta della Federazione della Sinistra
OGGETTO:FdS CONSEGNA AI 47 SINDACI DEI COMUNI DELLA PROVINCIA DI TERAMO UN PIANO PER USCIRE DALL'EMERGENZA RIFIUTI E DA SISTEMA DI ZIO.

L'emergenza dei rifiuti può essere risolta solo attraverso una presa di coscienza dell'intera provincia di Teramo rendendola autonoma e competitiva in materia di rifiuti.

La crisi finanziaria del Cirsu è solo la punta dell'iceberg che rischia di far affondare i bilanci di tutti i 47 comuni della provincia di Teramo e solo con un intervento unitario di tutte le istituzioni teramane si può rendere efficiente il sistema rifiuti.

Ieri la Federazione della Sinistra di Roseto ha inviato ai 47 sindaci del comprensorio teramano,al presidente della Provincia e al presidente del Cirsu un piano per far uscire la nostra provincia dall'emergenza. La proposta si articola in due fasi, una a breve e una a medio-lungo termine.

Nell'immediato è necessario chiedere una deroga al Presidente Chiodi per conferire i rifiuti in discariche fuori regione dove le tariffe sono quasi la metà di quelle imposte dal Sistema Di Zio in Abruzzo. Si tratterebbe di una soluzione tampone, della durata di pochi mesi che darebbe fiato alle casse comunali(Un milione di Euro circa il risparmio trimestrale). A lungo termine è necessario far entrare nell'azionariato Cirsu tutti i 47 comuni del teramano, rendendo così l'intera provincia proprietaria degli impianti di Grasciano e della nuova discarica pubblica(unica in Abruzzo). Le proporzioni di ingresso sono già stabilite. Sono i millesimali decisi due anni fa per la costituzione dell'AdA. L'ingresso di nuovi soci permetterebbe di effettuare nuovi investimenti sui macchinari che, grazie al loro numero, comporterebbero la spesa di cifre assolutamente sopportabili.

La forza dell'idea è la sua semplicità. Risparmiare sui costi nell'immediato portando i rifiuti fuori regione dove le tariffe sono inferiori, successivamente far entrare,come azionisti,tutti i comuni della Provincia nel Cirsu potendo così ricapitalizzare e rendere operativi tutti gli impianti,ora fermi perché non funzionanti, trattando così i rifiuti autonomamente a Grasciano facendo finalmente partire la raccolta differenziata grazie a un impianto in grado di trattare e rivendere la plastica,il vetro e il compost frutto del processo di riciclo in loco.

L'impianto di Grasciano è stato progettato all'origine per trattare già tutti i rifiuti della provincia ma serve un aggiornamento e la corretta manutenzione che è possibile fare grazie alla ricapitalizzazione frutto dell'ingresso di nuovi soci pubblici.

L'Unione di tutti i comuni è indispensabile, i costi del sistema rifiuti non possono essere tollerati da soli sei comuni o da diversi piccoli consorzi che non hanno le capacità e risorse per sfidare il colosso Di Zio sul mercato dei rifiuti, che da monopolista detta regole e tariffe ai comuni.

Unirsi vuol dire meno costi,aumentare le tonnellate di plastica,vetro e compost da rivendere e quindi aumentare le entrate potendo così abbattere ancor più le tariffe ed infine aver le risorse per gestire in maniera corretta una discarica pubblica in cui conferire i soli rifiuti non riciclabili a costi sempre inferiori.

Il rischio di liquidazione del Cirsu è solo la punta di un iceberg. Affianco a questa crisi sono infatti numerosi i comuni del teramano sempre più soffocati dalle esose tariffe di smaltimento negli impianti pescaresi e chietini. Ad aggiungere peggio al peggio, nei giorni passati la Deco ha annunciato la chiusura ai rifiuti fuori Ato della discarica di Colle Cese. La provincia di Teramo deve uscire da questo circolo vizioso. Quanto accade oggi al Cirsu potrebbe accadere domani in uno degli altri consorzi provinciali.

La Deco non ha interesse a rendere realmente autonoma e competitiva la nostra provincia.

Perchè la Deco dovrebbe creare una valida alternativa, magari pubblica, ai propri impianti? Le numerose licenze del polo tecnologico di Grasciano, unite alla nuova discarica, sono un patrimonio che la provincia di Teramo non può permettersi di perdere e che anzi deve sfruttare appieno. Autonomia e competitività sono i due assi portanti per far diminuire in futuro le tariffe che pagano i cittadini, e l'unica strada possibile per per una realistica partenza di una seria raccolta differenziata.

La provincia di Teramo non deve diventare una succursale degli impianti pescaresi e chietini, ma può e deve avere la capacità di attirare rifiuti anche da fuori regione. Le carte ci sono tutte. Sta alla politica giocarsele. Se il risparmio nasce dalla sana concorrenza, non si vede perchè si debba osservare passivamente il consolidarsi di una posizione già oggi dominante.

Le casse pubbliche di un'intera provincia non possono dipendere dalle decisioni di un cda aziendale, che in quanto tale opera (legittimamente) per i propri esclusivi interessi. Il pubblico deve tornare a fare la sua parte. La crisi del Cirsu può essere un'opportunità per ripensare le strategie di oggi del mondo dei rifiuti. Nessun comune, nessun consorzio hanno oggi la forza di opporsi alla tariffe attuali. Solo la volontà politica di un'azione comune può farlo.




Marco Borgatti

Portavoce federazione della Sinistra






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sabato 23 ottobre 2010

La Storia della Riserva del Borsacchio di FRANCO SBROLLA


Capitolo 7: Le “trasformazioni” avvenute nell’area Cologna – Borsacchio


Nel mese di giugno 1998, il Dipartimento Scienze Ambientali dell’Università dell’Aquila richiedeva un intervento di tutela del Parco Mazzarosa, individuato come Monumento Nazionale, in quanto importante traccia paesaggistica e naturalistica.

I proprietari ed il comodatario dell’area decisero, invece, di realizzare attrezzature turistiche, pur essendo l’area destinata dal PRG vigente a “Verde privato vincolato”.

Il bollettino dei lavori eseguiti nei primi giorni di marzo 1999, e documentati da un inedito e completo servizio fotografico, si può così riassumere:

a) buona parte del Parco è stata delimitata da rete metallica ed asservita al Camping Lido d’Abruzzo;

b) i mezzi meccanici, provenienti dal Camping, hanno trasportato e ricoperto il terreno con centinaia di metri cubi di terriccio giallognolo, mentre parecchi mucchi sono stati posti per essere spalati sull’esistente;

c) con il disboscamento sono state aperte nel Parco, da sud a nord, due strade parallele sterrate, poi asfaltate per agevolare il passaggio di auto e roulottes.

Le conseguenze immediate sono state le seguenti:

1) alcuni alberi di alto fusto sono stati abbattuti ed altri sono stati danneggiati;

2) l’humus del sottobosco e la pregiata vegetazione arborea e di piccolo fusto sono ormai sepolti.

Il 10 marzo 1999 alcuni cittadini inviarono al Sindaco di Roseto la seguente denuncia:

“I sottoscritti cittadini, residenti nel Comune di Roseto degli Abruzzi, sono venuti a conoscenza e hanno verificato che nel Parco della Villa Mazzarosa (Monumento Nazionale), tutelato dal Piano Regolatore Generale vigente con destinazione a “verde privato”, sono in atto dei lavori di modifica dello stato dei luoghi anche con taglio di alberi di alto fusto. Non essendoci cartelli autorizzativi esposti, si chiede alla S.V.I. l’accertamento delle autorizzazioni dei lavori in corso, presumibilmente a servizio del vicino campeggio Lido d’Abruzzo”, al fine di:

- evitare manomissioni irreversibili, come taglio di alberi di alto fusto o secolari, che potrebbero compromettere la bellezza del Parco e sminuire i monumentali esemplari di Pino d’Aleppo e di Leccio presenti nel Parco suddetto;

- stabilire la legittimità e la legalità dei suddetti lavori (per fare cosa?) con la salvaguardia della specifica destinazione urbanistica stabilita dal Piano Regolatore Generale;

- chiarire se in un’area destinata a “verde privato” possano esistere attrezzature turistiche come parcheggi di roulottes o attrezzature sportive come campetti per giocare a pallavolo, ecc…”.

Dopo il successivo invito a tutti i cittadini, da parte delle Associazioni ambientaliste, “a protestare per la manomissione del Parco e a chiedere al Comune la salvaguardia della specifica destinazione urbanistica a verde privato prevista dal PRG ed il ripristino immediato dello stato dei luoghi”, ci fu, il 27 marzo 1999, la manifestazione popolare sulla spiaggia, davanti al Parco Mazzarosa ed al camping Lido d’Abruzzo.

L’opinione pubblica e la stampa recepirono in pieno le ragioni della protesta, e mi sembra doveroso riportare alcuni titoli dei vari quotidiani: “Chiarezza sui lavori nel parco Mazzarosa”, “Battaglia ambientalista per il parco Mazzarosa”, “Protestano il WWF e l’associazione Scarabeus – Quel camping diventa villaggio”, “Salviamo il parco Mazzarosa – Gli ambientalisti manifestano a Roseto”, “Taglio di alberi, parte l’esposto”, “Scompaiono alberi pregiati, a Roseto esplode la protesta”, “Mazzarosa: visibili i villini dove c’era il campeggio”.

In data 31 marzo 1999 il sindaco Nicola Crisci, intervistato dal quotidiano Il Centro, comunicò di aver emesso in pari data, tramite l’ufficio competente, tre distinte ordinanze (n. 11, 12 e 13) riguardanti la salvaguardia del Parco Mazzarosa, in quanto: “I provvedimenti si sono resi necessari a causa delle irregolarità rilevate a seguito dell’accertamento compiuto”.

Nell’ordinanza n. 11, il Dirigente…..Ordina agli eredi Devincenzi (Mazzarosa, Cenami, Mac Neil, Placidi) in qualità di proprietari ed al sig. Ciutti Bruno di Cesenà di Campli, in qualità di Legale Rappresentante della Soc. Edilizia Tris S.r.l. quale comodataria dell’area interessata, di rimuovere lo strato di stabilizzato ed i cumuli di sabbia riportati all’interno dell’area e di ripristinare lo stato originario dei luoghi entro e non oltre 90 (novanta) giorni dalla notifica del presente provvedimento.

Nell’ordinanza n. 12, il Dirigente……Accertato che la ditta proprietaria del Camping Lido d’Abruzzo ha iniziato i lavori relativi all’ampliamento del centro direzionale in assenza della prescritta Concessione Edilizia……Ordina al Sig. Ciutti Bruno in qualità di Legale Rappresentante della Soc. Edilizia Tris s.r.l. proprietaria del Camping Lido d’Abruzzo di sospendere immediatamente i lavori di che trattasi in quanto intrapresi in assenza della prescritta Concessione Edilizia.

Nell’ordinanza n. 13, il Dirigente…..Accertato che la ditta proprietaria del Camping Lido d’Abruzzo ha iniziato i lavori relativi all’ampliamento del centro turistico mediante la costruzione di un fabbricato adibito a bungalows in assenza della prescritta Concessione Edilizia….Ordina al sig. Ciutti Bruno in qualità di Legale Rappresentante della Soc. Edilizia Tris s.r.l. proprietaria del Camping Lido D’Abruzzo, di sospendere immediatamente i lavori di che trattasi in quanto intrapresi in assenza della prescritta Concessione Edilizia.

L’intervento del Sindaco e le ordinanze del Dirigente non ebbero alcun seguito sostanziale, e siccome l’area Cologna – Borsacchio è stata sempre prodiga di sorprese, cercherò, qui di seguito, di riepilogare, sinteticamente, i successivi eventi accertati:

1) nell’ordinanza n. 29 del 17 dicembre 2001, il Dirigente II Settore…..Accertato che nel parco Mazzarosa sono stati installati, in assenza di prescritto provvedimento edilizio, N. 33 (TRENTATRE) box in pannelli termici, su ruote, collegati alla rete fognante, idrica ed elettrica, con destinazione turistica ricettiva….Ordina agli eredi Devincenzi (Mazzarosa, Cenami, Mac Neil, Placidi) in qualità di proprietari e al sig. Ciutti Bruno in qualità di comodatario, di rimuovere le opere di che trattasi e di ripristinare lo stato originario dei luoghi, entro e non oltre n. 90 (novanta) giorni dalla notifica del presente provvedimento;

2) alla fine di luglio 2002, la Forestale di Roseto faceva sgomberare e metteva sotto sequestro alcuni dei 33 box parcheggiati nel parco Mazzarosa;

3) in data 12 febbraio 2007, la “mitica” casa verde” (di cui si è parlato nel capitolo 2), veniva venduta dagli eredi Migliorati a Cantagalli Sabatino, Amministratore unico della Cantagalli Immobiliare Srl. Unitamente al fabbricato l’imprenditore acquistava appezzamenti di terreno di oltre 7 ettari nell’area della Riserva naturale Borsacchio per un importo totale di E. 1.280.180. Successivamente, a seguito del rigetto da parte del Comune, di un’istanza per la realizzazione di un complesso turistico, la S.r.l. Cantagalli inviava al TAR de L’Aquila, in data 12 novembre 2008, la “domanda di risarcimento del danno…nella misura, comunque non inferiore ad E. 3.500.000 …”;

4) nell’estate 2008 veniva alla luce un sottopasso ferroviario, progettato pedonale e realizzato carrabile, che collegava il villaggio turistico Lido d’Abruzzo con un terreno antistante dello stesso proprietario, sito tra la ferrovia e la S.S. 16 (che doveva diventare un parcheggio di 400 posti auto);

5) a seguito di varie denunce alla Procura della Repubblica di Teramo, da parte di partiti politici, associazioni ambientaliste e privati cittadini, il 25 aprile 2009 venivano sequestrati sottopasso e parcheggio, dalla Forestale e Polizia Municipale, su ordine della Magistratura. Conseguentemente, in data 16 luglio 2010 venivano rinviati a giudizio, a vario titolo, il proprietario del Lido d’Abruzzo, il progettista delle opere abusive, i due titolari della ditta esecutrice dei lavori, il dirigente dell’ufficio tecnico comunale e due dipendenti del medesimo settore;

6) in data 12 novembre 2009, il Corpo Forestale dello Stato poneva sotto sequestro una costruzione di due piani all’interno del villaggio turistico Lido d’Abruzzo, in quanto realizzato in totale difformità rispetto alle autorizzazioni comunali ed in violazione delle norme in materia urbanistico-edilizie e delle aree protette.

giovedì 14 ottobre 2010

A Roseto si aggira un fantasma,quello della laicità



di Ipazia Rossi

A Roseto è in atto la distruzione sistematica della laicità

Cari amici,spinta da una cara persona,riprendo la mia nota di qualche giorno fa sui brandelli della laicità a Roseto,una cittadina dove domina ormai il pensiero unico cattolico.Come,qualcuno mi dice,ma Roseto non era una roccaforte del PCI e poi dei Ds? E non c'era un forte partito socialista? E dove sono finiti tutti questi vecchi compagni laici? Si vede che di laico avevano ben poco perchè ora tutti si dichiarano cattolici,il sindaco prima di tutti, con il suo codazzo di assessori e consiglieri comunali,tutti tutti proclamatisi, per mera convenienza, cattolicissimi.Non a caso il consiglio comunale è presieduto da un consacrato a Dio e non è un caso se la commissione "pari opportunità"sia composta dalle solite donne cattoliche che ripropongono alle rosetane il modello mariano.Non è poi neanche un caso se le cooperative che offrono servizi sociali siano cattoliche.E non è nemmeno un caso se un consiglio comunale con una schiacciante maggioranza di centrosinistra bocci l'istituzione del registro delle coppie di fatto.

Ormai a Roseto,grazie alla complicità e all'opportunismo dei suoi amministratori, c'è un clericalismo invadente che sta distruggendo sistematicamente la laicità causando un'aria pesante viziata dal pensiero unico cattolico . Che il Partito Democratico(ma perchè non chiamarlo DC?) stia costruendo la sua campagna elettorale sulla promessa di chiese( non di scuole o case per i senza tetto),che le riviste cittadine siano vomitevolmente di parte e genuflesse,che vengano ampliate chiese abusivamente,che si concedano contributi alla Curia e alle parrocchie,ecc. sono ancora fatti normalissimi qui a Roseto,dove tutte le scuole al sabato sono interamente occupate per il catechismo.Ma anche questo qui è normale.Come pure è normale l'ossessione delle radici e dell'identità rosetana o le crociate che sono state fatte negli anni scorsi a difesa del crocifisso o del prete che sconsideratamente volle benedire ad ogni costo i bambini di una scuola.Non è così che si difende il cristianesimo.Nemmeno lo si difende con convegni di filosofia per studenti delle scuole pubbliche dove relatori sono il vescovo e un prete. Queste sono trappole che si tendono alla formazione critica dei giovani che devono essere educati,se proprio si vuole,ad una fede dubbiosa,incerta,senza dogmi,ma certamente ad una ragione e ad una scienza che sono fallibili,che non possono approdare a verità definitive.

Ma si sa il PD ,anche sulla rincorsa al voto cattolico,imita gli atei devoti del centrodestra.

Sia ben chiaro:per me laicità non è contrapposizione al confessionalismo,quanto rispetto e dialogo con chi la pensa diversamente ,è ricchezza di valori e di orizzonti che non possono essere prerogativa delle religioni .Ma qui è tutto identificato con una religione e con un solo ethos.

Speriamo quindi che le forze politiche,il mondo della scuola e tutte le istituzioni del territorio prendano atto di questa situazione culturale e si diano da fare per diffondere diverse visioni del mondo e per favorire la formazione di menti libere,critiche e pertanto non inclini a forme di assolutismo.

lunedì 11 ottobre 2010

L'ampliamento della chiesa e la sfrontatezza dell'Amministrazione PD





L'ampliamento della chiesa Maria S.Assunta a Roseto
pubblicata da Pasquale Avolio il giorno venerdì 1 ottobre 2010 alle ore 18.44

Recentemente l'Amministrazione comunale di Roseto degli Abruzzi ha autorizzato l'ampliamento della Chiesa Maria S.Assunta disattendendo le norme urbanistiche.Non sono bastati gli innumerevoli abusi edilizi favoriti in città con le deroghe agli standard previsti dalla vigente normativa (altezze,distanze tra fabbricati,ecc) e non è bastato il notevole contenzioso che l'Amministrazione dovrà affrontare per i diritti che molti cittadini ritengono lesi in conseguenza di queste deroghe. Ma il monocolore PD dimostra di non avere freni inibitori o senso del limite e, per ingraziarsi una buona fetta dell' elettorato cattolico, rilascia alla Parrocchia (che ha un discreto peso politico con i suoi due consiglieri comunali eletti) questo permesso che dà il via a un illegittimo obbrobrio.
Avrei preferito che a segnalare la cosa fosse stato un cattolico rispettoso del principio evangelico"dai a Cesare quel che è di Cesare".A Roseto ce ne sono tanti,ma purtoppo tutti silenti e molti di quelli che si dichiarano laici purtroppo sono tutti in ginocchio.Questa non è una questione di difesa della laicità o di pregiudizio verso la religione:è una questione di legalità!
Con tutto il rispetto per i cattolici praticanti,ma di provvedimenti ad ecclesiam,in questo paese anormale,non se ne può più!

Presentata un'interrogazione sugli edifici fantasma aRoseto



Agli Assessori all’Urbanistica
e al Bilancio
del Comune di Roseto degli Abruzzi


Oggetto: interrogazione

L’Agenzia del Territorio ha diffuso sul proprio sito l’elenco degli immobili sconosciuti al catasto, presenti purtroppo in tutti i comuni d’Italia, ai fini di una loro regolarizzazione anche dal punto di vista fiscale entro il 31/12/2010. Tali dati sono stati peraltro pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale.
Sebbene questa rilevazione sia da considerare approssimativa, essa mette tuttavia in risalto la presenza nel nostro comune di n. 636 “fabbricati non dichiarati” e 250 “ fabbricati ex rurali”.
E’ indubbio che molte di queste costruzioni possono essere già state dichiarate, mentre altre sono senz’altro abusive producendo un mancato gettito derivante dall’evasione degli oneri di urbanizzazione, dell’IRPEF, dell’ICI e della TARSU.

Si interrogano pertanto gli assessori all’Urbanistica e al Bilancio

se è in atto una verifica dei dati comunicati dall’Agenzia del Territorio in modo da portare alla luce queste costruzioni fantasma;
se sarà costituito uno specifico gruppo di lavoro che si occupi anche di quantificare ed esigere le dovute imposte e tasse;
come ci si comporterà laddove si dovesse rilevare la non conformità di tali costruzioni alle norme urbanistiche.

Pasquale Avolio,Sinistra Ecologia e Libertà

I comuni,nonostante le loro difficoltà, erogano finanziamenti alla Chiesa con grande imbarazzo per gli stessi cattolici



La vergogna della Legge Regionale n.29 del 16 marzo 1988

Non sarebbe ora di modificare la Legge Regionale abruzzese n.29 del 16 marzo 1988,una legge un po' anomala rispetto alle analoghe leggi che le altre regioni hanno emanato all'epoca in osservanza della Legge n.10/1977(cosiddetta legge Bucalossi)? Si tratta di norme che concedono altri privilegi alla Chiesa cattolica ai danni del bilanci dei comuni e delle regioni stesse.
Ma procediamo con ordine.
L'art.5 della predetta L.R.29/1988 prevede che i comuni abruzzesi debbano corrispondere tassativamente alle istituzioni religiose,pena l'esclusione da qualsiasi contributo regionale per l'anno della mancata erogazione,un'aliquota pari al 10% delle somme incassate per le opere di urbanizzazione secondaria.Queste somme per oltre il 90% vanno alla Chiesa cattolica.
Sull'impiego dei finanziamenti percepiti le autorità religiose sono tenute poi a trasmettere un'analitica relazione ai Comuni.Simili relazioni nel Consiglio comunale di Roseto però non sono mai pervenute sebbene la nostra Amministrazione abbia erogato alla Curia di Teramo,negli ultimi dieci anni, somme per un importo che senz'altro si aggirerà sui 100 mila euro.
Al tempo stesso mi sono presa la briga di andare a leggere qualche analoga legge regionale riguardante appunto l'edilizia di culto e non ho rinvenuto,come qui da noi,l'obbligo dei comuni a questa devoluzione ma solo la possibilità di erogare una percentuale dell'8% degli importi ricavati dalle opere di urbanizzazione secondaria.
Giova ricordare che queste leggi ad ecclesiam, che hanno prodotto altre forme di finanziamento in favore dell'edilizia di culto, furono varate quando al Governo sia nazionale che regionale c'erano la DC e il Psi con altri partiti minori.(Pasquale Avolio)

Piano Spiaggia : una colata di cemento sul nostro arenile



Dopo sei anni di lunga gestazione, il Partito Democratico, votandoselo da solo, dà alla luce il suo Piano Spiaggia, diretta conseguenza della propria gestione dell’urbanistica che sta facendo avanzare su tutti noi una inarrestabile colata di cemento.
Nell’elaborare questo Piano, non c’è stata la minima attenzione alla tutela del paesaggio e degli ecosistemi costieri, ma è prevalsa solo l’urgenza di sanare quegli abusi tollerati negli ultimi 15 anni e di soddisfare interessi privati e clientelari.
Le quattro piazze a mare, le volumetrie consentite a ciascun concessionario su un’intera area di 250 mq, l’ulteriore licenza di creare pavimentazioni per mettere su strutture mobili e la possibilità per tutte le concessioni di poter fare ristorazione infliggeranno ferite non più sanabili alla nostra spiaggia. Anche i varchi visivi, cioè la possibilità di guardare il mare durante la passeggiata, si ridurranno in virtù di queste invadenti costruzioni.
Le spiagge libere poi sono solo il 24% dell’intero arenile e sono mal dislocate perché non si è avuto il coraggio di interrompere al centro le sequenze delle concessioni degli amici. C’è anche l’esigenza dell’allargamento dei marciapiedi e della creazione della pista ciclabile sul lungomare Nord e tale esigenza comporta, per il reperimento delle aree necessarie, l’arretramento verso il mare di alcuni stabilimenti, fino a 7 metri.
In proposito ricordo che Roseto rappresenta ancora la palla al piede della realizzazione di quel meraviglioso tracciato ciclabile costiero che dovrà unire Vasto a Martinsicuro e andare anche oltre.
Un’Amministrazione responsabile e lungimirante non avrebbe mai consentito una cementificazione così spensierata, non solo sull’arenile, al punto da trasformare Roseto in una comunità che specula su se stessa, sul proprio territorio speciale, non curandosi della propria salute, cancellando le tracce della sua memoria e trascurando le sue risorse peculiari costituite dalla spiaggia e dal turismo.
Per raggranellare consensi e conservare quell’effimera, piccola fetta di potere ai propri uomini, quest’Amministrazione sta privando Roseto del suo futuro e sta preparando forse il proprio funerale politico.