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sabato 23 ottobre 2010

La Storia della Riserva del Borsacchio di FRANCO SBROLLA


Capitolo 7: Le “trasformazioni” avvenute nell’area Cologna – Borsacchio


Nel mese di giugno 1998, il Dipartimento Scienze Ambientali dell’Università dell’Aquila richiedeva un intervento di tutela del Parco Mazzarosa, individuato come Monumento Nazionale, in quanto importante traccia paesaggistica e naturalistica.

I proprietari ed il comodatario dell’area decisero, invece, di realizzare attrezzature turistiche, pur essendo l’area destinata dal PRG vigente a “Verde privato vincolato”.

Il bollettino dei lavori eseguiti nei primi giorni di marzo 1999, e documentati da un inedito e completo servizio fotografico, si può così riassumere:

a) buona parte del Parco è stata delimitata da rete metallica ed asservita al Camping Lido d’Abruzzo;

b) i mezzi meccanici, provenienti dal Camping, hanno trasportato e ricoperto il terreno con centinaia di metri cubi di terriccio giallognolo, mentre parecchi mucchi sono stati posti per essere spalati sull’esistente;

c) con il disboscamento sono state aperte nel Parco, da sud a nord, due strade parallele sterrate, poi asfaltate per agevolare il passaggio di auto e roulottes.

Le conseguenze immediate sono state le seguenti:

1) alcuni alberi di alto fusto sono stati abbattuti ed altri sono stati danneggiati;

2) l’humus del sottobosco e la pregiata vegetazione arborea e di piccolo fusto sono ormai sepolti.

Il 10 marzo 1999 alcuni cittadini inviarono al Sindaco di Roseto la seguente denuncia:

“I sottoscritti cittadini, residenti nel Comune di Roseto degli Abruzzi, sono venuti a conoscenza e hanno verificato che nel Parco della Villa Mazzarosa (Monumento Nazionale), tutelato dal Piano Regolatore Generale vigente con destinazione a “verde privato”, sono in atto dei lavori di modifica dello stato dei luoghi anche con taglio di alberi di alto fusto. Non essendoci cartelli autorizzativi esposti, si chiede alla S.V.I. l’accertamento delle autorizzazioni dei lavori in corso, presumibilmente a servizio del vicino campeggio Lido d’Abruzzo”, al fine di:

- evitare manomissioni irreversibili, come taglio di alberi di alto fusto o secolari, che potrebbero compromettere la bellezza del Parco e sminuire i monumentali esemplari di Pino d’Aleppo e di Leccio presenti nel Parco suddetto;

- stabilire la legittimità e la legalità dei suddetti lavori (per fare cosa?) con la salvaguardia della specifica destinazione urbanistica stabilita dal Piano Regolatore Generale;

- chiarire se in un’area destinata a “verde privato” possano esistere attrezzature turistiche come parcheggi di roulottes o attrezzature sportive come campetti per giocare a pallavolo, ecc…”.

Dopo il successivo invito a tutti i cittadini, da parte delle Associazioni ambientaliste, “a protestare per la manomissione del Parco e a chiedere al Comune la salvaguardia della specifica destinazione urbanistica a verde privato prevista dal PRG ed il ripristino immediato dello stato dei luoghi”, ci fu, il 27 marzo 1999, la manifestazione popolare sulla spiaggia, davanti al Parco Mazzarosa ed al camping Lido d’Abruzzo.

L’opinione pubblica e la stampa recepirono in pieno le ragioni della protesta, e mi sembra doveroso riportare alcuni titoli dei vari quotidiani: “Chiarezza sui lavori nel parco Mazzarosa”, “Battaglia ambientalista per il parco Mazzarosa”, “Protestano il WWF e l’associazione Scarabeus – Quel camping diventa villaggio”, “Salviamo il parco Mazzarosa – Gli ambientalisti manifestano a Roseto”, “Taglio di alberi, parte l’esposto”, “Scompaiono alberi pregiati, a Roseto esplode la protesta”, “Mazzarosa: visibili i villini dove c’era il campeggio”.

In data 31 marzo 1999 il sindaco Nicola Crisci, intervistato dal quotidiano Il Centro, comunicò di aver emesso in pari data, tramite l’ufficio competente, tre distinte ordinanze (n. 11, 12 e 13) riguardanti la salvaguardia del Parco Mazzarosa, in quanto: “I provvedimenti si sono resi necessari a causa delle irregolarità rilevate a seguito dell’accertamento compiuto”.

Nell’ordinanza n. 11, il Dirigente…..Ordina agli eredi Devincenzi (Mazzarosa, Cenami, Mac Neil, Placidi) in qualità di proprietari ed al sig. Ciutti Bruno di Cesenà di Campli, in qualità di Legale Rappresentante della Soc. Edilizia Tris S.r.l. quale comodataria dell’area interessata, di rimuovere lo strato di stabilizzato ed i cumuli di sabbia riportati all’interno dell’area e di ripristinare lo stato originario dei luoghi entro e non oltre 90 (novanta) giorni dalla notifica del presente provvedimento.

Nell’ordinanza n. 12, il Dirigente……Accertato che la ditta proprietaria del Camping Lido d’Abruzzo ha iniziato i lavori relativi all’ampliamento del centro direzionale in assenza della prescritta Concessione Edilizia……Ordina al Sig. Ciutti Bruno in qualità di Legale Rappresentante della Soc. Edilizia Tris s.r.l. proprietaria del Camping Lido d’Abruzzo di sospendere immediatamente i lavori di che trattasi in quanto intrapresi in assenza della prescritta Concessione Edilizia.

Nell’ordinanza n. 13, il Dirigente…..Accertato che la ditta proprietaria del Camping Lido d’Abruzzo ha iniziato i lavori relativi all’ampliamento del centro turistico mediante la costruzione di un fabbricato adibito a bungalows in assenza della prescritta Concessione Edilizia….Ordina al sig. Ciutti Bruno in qualità di Legale Rappresentante della Soc. Edilizia Tris s.r.l. proprietaria del Camping Lido D’Abruzzo, di sospendere immediatamente i lavori di che trattasi in quanto intrapresi in assenza della prescritta Concessione Edilizia.

L’intervento del Sindaco e le ordinanze del Dirigente non ebbero alcun seguito sostanziale, e siccome l’area Cologna – Borsacchio è stata sempre prodiga di sorprese, cercherò, qui di seguito, di riepilogare, sinteticamente, i successivi eventi accertati:

1) nell’ordinanza n. 29 del 17 dicembre 2001, il Dirigente II Settore…..Accertato che nel parco Mazzarosa sono stati installati, in assenza di prescritto provvedimento edilizio, N. 33 (TRENTATRE) box in pannelli termici, su ruote, collegati alla rete fognante, idrica ed elettrica, con destinazione turistica ricettiva….Ordina agli eredi Devincenzi (Mazzarosa, Cenami, Mac Neil, Placidi) in qualità di proprietari e al sig. Ciutti Bruno in qualità di comodatario, di rimuovere le opere di che trattasi e di ripristinare lo stato originario dei luoghi, entro e non oltre n. 90 (novanta) giorni dalla notifica del presente provvedimento;

2) alla fine di luglio 2002, la Forestale di Roseto faceva sgomberare e metteva sotto sequestro alcuni dei 33 box parcheggiati nel parco Mazzarosa;

3) in data 12 febbraio 2007, la “mitica” casa verde” (di cui si è parlato nel capitolo 2), veniva venduta dagli eredi Migliorati a Cantagalli Sabatino, Amministratore unico della Cantagalli Immobiliare Srl. Unitamente al fabbricato l’imprenditore acquistava appezzamenti di terreno di oltre 7 ettari nell’area della Riserva naturale Borsacchio per un importo totale di E. 1.280.180. Successivamente, a seguito del rigetto da parte del Comune, di un’istanza per la realizzazione di un complesso turistico, la S.r.l. Cantagalli inviava al TAR de L’Aquila, in data 12 novembre 2008, la “domanda di risarcimento del danno…nella misura, comunque non inferiore ad E. 3.500.000 …”;

4) nell’estate 2008 veniva alla luce un sottopasso ferroviario, progettato pedonale e realizzato carrabile, che collegava il villaggio turistico Lido d’Abruzzo con un terreno antistante dello stesso proprietario, sito tra la ferrovia e la S.S. 16 (che doveva diventare un parcheggio di 400 posti auto);

5) a seguito di varie denunce alla Procura della Repubblica di Teramo, da parte di partiti politici, associazioni ambientaliste e privati cittadini, il 25 aprile 2009 venivano sequestrati sottopasso e parcheggio, dalla Forestale e Polizia Municipale, su ordine della Magistratura. Conseguentemente, in data 16 luglio 2010 venivano rinviati a giudizio, a vario titolo, il proprietario del Lido d’Abruzzo, il progettista delle opere abusive, i due titolari della ditta esecutrice dei lavori, il dirigente dell’ufficio tecnico comunale e due dipendenti del medesimo settore;

6) in data 12 novembre 2009, il Corpo Forestale dello Stato poneva sotto sequestro una costruzione di due piani all’interno del villaggio turistico Lido d’Abruzzo, in quanto realizzato in totale difformità rispetto alle autorizzazioni comunali ed in violazione delle norme in materia urbanistico-edilizie e delle aree protette.

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