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lunedì 23 novembre 2009

L'acqua è un bene comune-Presentata una mozione urgente contro la privatizzazione dei servizi idrici

Proposta da Sinistra Democratica e sottoscritta da Verdi-PdCI,IdV e Partito Democratico


Risoluzione urgente avente per oggetto
“ l’acqua: bene comune, diritto umano universale non assoggettabile a meccanismi di mercato”
PREMESSO CHE:
L’acqua è un bene essenziale ed insostituibile per la vita. Per questo, la disponibilità e l’accesso all’acqua potabile ed all’acqua necessaria per il soddisfacimento dei bisogni collettivi, costituiscono un diritto inviolabile dell’uomo, un diritto universale, indivisibile che si può annoverare fra quelli di riferimento previsti dall’ art. 2 della Costituzione. A partire dalla promulgazione della Carta Europea dell’Acqua (Strasburgo 1968) la concezione dell’acqua come “bene comune” per eccellenza si è affermata a livello mondiale.
La risoluzione del Parlamento europeo del 15 marzo 2006 considera “l’acqua come un bene comune dell’umanità” e chiede che siano esplicati tutti gli sforzi necessari a garantire l’accesso all’acqua alle popolazione più povere entro il 2015 ed insiste affinché “la gestione delle risorse idriche si basi su un’impostazione partecipativa e integrata che coinvolga gli utenti ed i responsabili decisionali nella definizione delle politiche in materia di acqua livello locale e in modo democratico”.
Inoltre, la risoluzione del Parlamento Europeo dell’11 marzo 2004 sulla strategia per il mercato interno - priorità 2003-2006 – già affermava, al paragrafo 5: "essendo l’acqua un bene comune dell’umanità, la gestione delle risorse idriche non deve essere assoggettata alle norme del mercato interno".
Gli stessi organi della UE hanno più volte sottolineato che alcune categorie di servizi non sono sottoposte al principio comunitario della concorrenza; si veda ad esempio la Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo COM (2004) 374: “…le autorità pubbliche competenti (Stato, Regioni, Comuni) sono libere di decidere se fornire in prima persona un servizio di interesse generale o se affidare tale compito a un altro ente (pubblico o privato).

CONSIDERATO
di condividere sostanzialmente gli obiettivi del movimento mondiale per il diritto all’acqua, che coinvolge un sempre maggior numero di Enti Locali in tutto il Paese,
PRESO ATTO
• che con il decreto 135/2009,convertito in legge, il Governo muove passi decisi verso la privatizzazione dei servizi idrici e degli altri servizi pubblici, prevedendo l'affidamento della gestione dei servizi pubblici a rilevanza economica a favore di imprenditori o di società in qualunque forma costituite individuati mediante procedure competitive ad evidenza pubblica o, in alternativa a società a partecipazione mista pubblica e privata con capitale privato non inferiore al 40%;
•che la cessazione degli affidamenti “in house” a società totalmente pubbliche, controllate dai comuni (in essere alla data del 22 agosto 2008) dovrà avvenire alla data del 31 dicembre 2011.
Considerato questo un epilogo da scongiurare in quanto viene espropriata l’acqua potabile,diritto universale e non merce, dal controllo degli Enti locali e dei cittadini e perché essa viene consegnata al mercato con tutte le ripercussioni sociali che questo può generare.
Pertanto, alla luce di quanto sopra
IL CONSIGLIO COMUNALE
AFFERMA I SEGUENTI PRINCIPI :
• l’acqua è un bene comune, un diritto universale non assoggettabile a meccanismi di mercato;
• la disponibilità e l’accesso individuale e collettivo all’acqua potabile sono garantiti in quanto diritti inalienabili e inviolabili della persona e si estrinsecano nell’ impegno a garantire ai cittadini un minimo vitale giornaliero;
• la proprietà e la gestione del servizio idrico devono essere pubbliche e improntante a criteri di equità, solidarietà (anche in rapporto alle generazioni future) e rispetto degli equilibri ecologici;
• il Servizio Idrico Integrato è un servizio pubblico essenziale, di interesse generale, privo di rilevanza economica, e come tale non soggetto alla disciplina della concorrenza ma rientrante nella competenza esclusiva della Regione (art. 117 Cost.) che deve essere gestito con meccanismi che garantiscano la partecipazione sociale;
E CONSIDERA CHE
la gestione del servizio idrico integrato vada attuata attraverso un Ente di Diritto pubblico, in quanto servizio pubblico essenziale per garantire l’accesso all’acqua per tutti e pari dignità umana a tutti i cittadini.


IMPEGNA QUINDI IL SINDACO E LA GIUNTA
-ad intraprendere tutte le azioni opportune al fine di contrastare i provvedimenti previsti dall’art.15 del Decreto 135/2009, convertito in legge, i quali condurranno alla messa a gara della gestione del servizio idrico integrato ed alla consegna dell’acqua ai privati entro il 2011;
-a favorire l’iniziativa del Consiglio volta a inserire nel nostro Statuto Comunale il riconoscimento dell’acqua stessa come bene comune e come diritto universale e del servizio idrico come servizio privo di rilevanza economica da gestire in forma pubblica e con la partecipazione delle comunità locali,;
a sostenere,come sollecitano Partiti politici, Associazioni, Movimenti, Reti Territoriali e Forum per l’Acqua,iniziative tese alla rapida approvazione di una legge di iniziativa popolare per la ripubblicizzazione del servizio idrico.


Roseto degli Abruzzi, 23 novembre 2009

5 commenti:

Anonimo ha detto...

poi come è andata ?

Pasquale Avolio ha detto...

E' stata approvata col solo voto contrario del PDL.

Anonimo ha detto...

giustamente, ma quale pdl quello di Norante o di Nicolino ?

Pasquale Avolio ha detto...

Norante,s'intende!Nicolino è con i liberalsocialisti di destra.

Anonimo ha detto...

però Norante non conta piu' niente è fuori dal nuovo pdl rosetano.Quindi ?